Brexit, State Street: “Implicazioni dirette e immediate sui mercati”

OSSERVATORI DIFFIDENTI – “Il voto a favore dell’uscita del Regno Unito dalla Ue ha sicuramente implicazioni dirette e immediate sul mercato e per quanto riguarda il medio-lungo periodo gli osservatori saranno diffidenti sull’impatto che il voto avrà sullo sviluppo degli altri movimenti nazionalisti e protezionisti – sia in Europa che altrove”, spiega Rick Lacaille, global chief investment officer di State Street Global Advisors. “In Europa, i partiti nazionalisti avranno un ruolo sempre più centrale nelle elezioni del prossimo anno in Germania e Francia. Le conseguenze si riverseranno probabilmente sul libero mercato, sia per quanto riguarda il commercio e la mobilità lavorativa che per quanto concerne gli investimenti esteri. L’Unione Europea avrà un ruolo importante nel creare equilibrio e nell’agevolare un’uscita rapida del Regno Unito in modo da ridurre i rischi il più rapidamente possibile, e allo stesso tempo scoraggiare movimenti simili in altri paesi. Nelle settimane che hanno preceduto il voto tutti gli organismi finanziari e commerciali internazionali, tra cui il Fondo Monetario Internazionale, La Banca Mondiale, la Banca d’Inghilterra, e il WTO hanno espresso le proprie preoccupazioni rispetto a un’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Tra i rischi sono stati menzionati il rallentamento della crescita globale, la stabilità del commercio, del mercato, degli investimenti stranieri e dei mercati finanziari. L’esito dell’uscita potrebbe far sì che questi timori diventino realtà”.

ELEVATO RISCHIO DI DEFLUSSI – “Nei tre mesi precedenti al referendum è stato evidente come gli investitori internazionali abbiano aumentato le loro partecipazioni in azioni del mercato UK, nonostante le incertezze create dalla votazione. L’unico mercato dove il comportamento è cambiato è stato quello valutario dove gli investitori si sono coperti dal rischio di cambio. Anche se tale comportamento ha avuto lo scopo di ammortizzare il prevedibile deprezzamento della sterlina conseguente al voto, la domanda principale è se gli investitori internazionali cercheranno ora di ridurre anche le loro posizioni nel mercato azionario UK”, aggiunge Michael Metcalfe, head of global Macro Strategy di State Street Global Markets. “Se l’incertezza dopo il voto continuasse a persistere e in virtù del fatto che gli investitori hanno acquistato piuttosto che venduto asset inglesi prima del referendum, vi potrà essere un elevato rischio di deflussi sia dalle azioni sia dai Gilts del Regno Unito. Presteremo molta attenzione a un contagio negli asset europei, in particolare per quanto riguarda l’Euro. Anche se la BCE sta espandendo il suo bilancio in modo aggressivo, è evidente che gli investitori hanno ridotto le loro scommesse su un continuo deprezzamento dell’Euro. Se il voto per l’uscita rifocalizza l’attenzione del mercato sui rischi di divisioni politiche in Europa, ci pare che il premio al rischio politico sia poco riflesso nel valore in ogni valuta e questo, unito ad una politica monetaria che incoraggia l’indebolimento dell’euro, porterà secondo noi ad un ripresa dell’indebolimento dell’euro rispetto al dollaro statunitense”.

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