Bmo: Brexit, impatto limitato per l’immobiliare

IMPATTO LIMITATO – “Il Regno Unito non è uno dei principali partner commerciali dell’Unione Europea in termini di Pil e questo limiterà l’impatto della Brexit sulle economie europee. Tuttavia questo evento potrebbe mettere maggiore pressione sulla Bce affinché provveda ulteriori misure di supporto. Sembra plausibile infatti, che uno degli effetti della Brexit potrebbe essere quello di mantenere i tassi di interesse bassi per un periodo di tempo più lungo sia in Europa sia nel Regno Unito. Un’uscita della Gran Bretagna potrebbe chiaramente spianare la strada a una maggiore cooperazione politica ed economica tra i restanti membri dell’Unione Europea”, spiega un commento a cura di BMO Real Estate Partners, boutique di investimenti immobiliari di BMO Global Asset Management. “Il Regno Unito è tuttavia il più grande mercato europeo per gli immobili commerciali. Se l’Europa dovesse essere considerata come una singola area di investimento, allora anche un lieve movimento di fondi dal Regno Unito potrebbe fornire un accelerata significativa ai mercati europei. Partendo dal presupposto che gli investitori intenti a prendere questo tipo di decisioni siano avversi al rischio, ciò beneficerebbe i Paesi core come la Francia e la Germania e le migliori location di questi stessi mercati e degli altri principali mercati europei”.

L’IMMOBILIARE RESISTE – “Nonostante il voto per la Brexit, non ci sono ragioni per ipotizzare che gli investitori dell’immobiliare del Regno Unito abbiano perso interesse nei confronti del mercato europeo. Crediamo infatti che questo segmento del mercato sarà relativamente resistente. La fascia di lusso del mercato, inoltre, beneficia di una forte domanda, di una scarsa offerta e della spesa turistica che non è UK-centrica. I mercati retail più mainstream sono invece influenzati principalmente da fattori domestici. Un report pubblicato da CBRE dimostra che alcuni retailer internazionali percepiscono il Regno Unito come più rischioso in seguito alla Brexit e stanno per questo guardando più da vicino alla Francia e alla Germania come aree nelle quali espandere le proprie operazioni. PMA ha inoltre suggerito che Parigi, Milano e Barcellona potrebbero essere potenziali beneficiari della Brexit”, prosegue la nota. “Siamo in una fase iniziale del processo che richiederà almeno due anni. Nel breve termine ci potrebbero essere alcune perdite di fiducia che potrebbero influenzare le economie sia del Regno Unito sia dei Paesi dell’Unione ma si potrebbero verificare anche un regime di tassi di interesse bassi che potrebbero favorire il mercato immobiliare. In seguito alle dimissioni del primo ministro britannico, David Cameron, è improbabile che il “divorzio” venga implementato fino a quando un nuovo leader non sarà eletto e lo scenario politico del Paese non sarà più chiaro. La Brexit sarà quindi solo uno degli elementi del processo decisionale di locatari e investitori e l’impatto potrebbe diluirsi nel tempo via via che le questioni vengono risolte. Siamo convinti che i cambiamenti da attendersi in seguito al voto per la Brexit offriranno delle opportunità per quegli investitori esperti che possono identificare valutazioni errate e separare la così detta “nuova normalità” dalle indiscrezioni del mercato”.

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