Jupiter Asset Management, ecco cinque titoli da tenere d’occhio

CINQUE TITOLICédric de Fonclare, gestore del fondo Jupiter European Opportunities Sicav, spiega i motivi per cui attualmente Johnson Matthey, Nokia, Tenaris, Pandora e Ryanair fanno parte del suo portafoglio.

JOHNSON MATTHEY – Dopo lo scandalo Volkswagen sulle emissioni, il sentiment negativo relativo alla tecnologia dei motori diesel ha raggiunto il picco e Johnson Matthey si è ritrovata “in mezzo” in quanto gli investitori, in modo apparentemente indiscriminato, hanno punito ogni società operante nel settore. Per noi il crollo del prezzo delle azioni di Johnson Matthey, società leader nella produzione di catalizzatori e sistemi di controllo dell’inquinamento, ha rappresentato l’opportunità di aumentare considerevolmente la nostra esposizione al titolo, rendendo la società una delle più grandi posizioni che abbiamo in portafoglio. Secondo noi, la società rimane strutturalmente in crescita, con una domanda per i prodotti che potrà probabilmente solo aumentare in vista delle restrizioni sulle emissioni di CO2 intraprese per limitare l’impatto del riscaldamento globale. Lo scandalo Volskwagen ha sollevato domande sul futuro utilizzo del gasolio nelle automobili: anche se oltre il 40% dei profitti di Johnson Matthey proviene dai catalizzatori, la stragrande maggioranza dei profitti deriva dall’installazione di convertitori su camion e veicoli non leggeri. La società è molto attiva sul mercato dei veicoli industriali sia europeo che statunitense, nel quale la necessità di rinnovare la flotta di mezzi e di modernizzare i veicoli al fine di soddisfare gli standard più severi sulle emissioni dovrebbe trainare la domanda di tali prodotti. Vi sono anche segnali che mostrano come il mercato delle auto diesel si stia stabilizzando, e questo rappresenta un altro segnale positivo per la società. Quindi è troppo presto per dare il diesel per spacciato? Noi pensiamo di sì.

NOKIA – Il ritorno di un titolo come questo è il riflesso di una società che è tornata a costituire parte del nostro portafoglio dopo un decennio passato nel deserto. Come regola generale, abbiamo evitato le aziende legate al settore tecnologia con particolare riferimento al mondo consumer tipo Nokia, il cui core business era la vendita di telefoni cellulari. Queste società sono troppo inclini ad un modello di business minato dall’innovazione e possono venire facilmente spodestate dalla posizione di leader di mercato dall’ultimo arrivato. Ad oggi, Nokia è uno dei principali produttori di apparecchiature per le telecomunicazioni in tutto il mondo ed è probabile che consolidi la posizione con l’acquisizione di Alcatel-Lucent. La società opera in un settore competitivo ma concentrato, con Ericsson e Huawei, il produttore di apparecchiature cinese focalizzato sull’Asia, come unici veri rivali su qualsiasi scala. Tuttavia, se è vero che il settore non è in forte crescita, gli operatori hanno mostrato un aumento della propensione a spendere per aggiornare le loro reti, e la qualità e la velocità di trasmissione dei dati sono diventate temi cruciali per attirare nuovi clienti: Nokia è un diretto beneficiario di questo trend. Le performance passate mostrano come è probabile che Nokia abbia un grande successo nel realizzare sinergie ed efficienze che riducono i costi. Inoltre, Nokia sta puntando all’acquisizione di Alcatel-Lucent. A nostro avviso, raggiungere tali obiettivi dovrebbe generare significativo valore, con l’ulteriore elemento positivo dato dal fatto che la società ha un bel tesoretto di liquidità pari al 30% della sua capitalizzazione di mercato. In qualità di investitore, ci piace inoltre focalizzarci sugli azionisti, così come evidenziato dalla politica di dividendi e dal programma di share buyback. L’allocazione del capitale viene sempre affrontata in maniera disciplinata: un segno di come la società sia attenta a creare valore per gli azionisti e di come si astenga da certe acquisizioni solo per il gusto di farle. La volatilità del prezzo delle azioni, a nostro avviso, viene di gran lunga surclassata dal fatto che le valutazioni sono interessanti.

TENARIS – Tenaris opera nel settore oil&gas nel quale siamo stati sottopesati strutturalmente. La società è leader nella produzione di condotte di estrazione utilizzate per estrarre il petrolio dal terreno. Queste condotte sono di vitale importanza e, nonostante la domanda possa variare in base al prezzo del greggio, vi sarà per esse sempre richiesta. I profitti possono non essere gli stessi di quando il petrolio era a 100$ al barile, ma gli attuali prezzi del titolo sembrano scontare l’idea che i profitti non torneranno mai ai livelli precedenti e che rimarranno per sempre agli attuali livelli. A nostro avviso, non è così. A febbraio di quest’anno, abbiamo aggiunto Tenaris al nostro portafoglio quando il prezzo delle azioni era molto basso, nel bel mezzo della fase di sentiment negativo generato dalle prospettive sui prezzi dell’oil&gas. Ora vediamo il petrolio a $50 al barile ed un conseguente impatto positivo sulle azioni delle società. Tuttavia, Tenaris non sarebbe entrata nel nostro portafoglio se si fosse trattato solo di una scommessa sul prezzo del greggio. Ci piace il modo in cui la società è conservatrice circa la sua allocazione del capitale: è un segnale di disciplina. Inoltre, si tratta probabilmente dell’unica società del settore con più di 1 miliardo di dollari di disponibilità liquide nette nel proprio bilancio. Tutti questi aspetti mostrano come l’azienda, a conduzione familiare, si trovi in una buona posizione per mantenere la sua lunga storia di pagamento di dividendi agli azionisti e dovrebbe avere ancora abbastanza risorse in banca per sopravvivere alle flessioni del ciclo, mentre gli altri affrontano difficoltà.

PANDORA – Il mito greco potrebbe suggerirci di essere prudenti nell’aprire il vaso di Pandora, ma vi sono invece solide ragioni per cui da oltre tre anni abbiamo nel nostro portafoglio l’omonimo rivenditore danese. La società opera in un settore molto frammentato e si è posizionata con successo come fornitore di gioielli a prezzi accessibili ma di alta qualità, soprattutto grazie al prodotto di punta: il braccialetto con charms. Si tratta di un business ad alto margine che genera cash flow e che sta crescendo fortemente negli Stati Uniti e nell’Europa occidentale, in particolare nel Regno Unito e in Germania. A differenza di altri rivenditori, la società sta raggiungendo il successo senza spendere enormi quantità in attività di marketing e pubblicità, aiutando i margini di profitto a rimanere sani. Allo stesso tempo, Pandora sta solo iniziando ad attingere da ciò che i mercati emergenti possono offrire. E’ probabile che i mercati emergenti, infatti, siano una nuova fonte di reddito e crescita dei profitti della società in futuro. La diversificazione a livello geografico viene accompagnata dalla diversificazione dei prodotti: i braccialetti con i charms continuano ad essere venduti, ma a questi si sono aggiunti anelli e ciondoli. Questi nuovi articoli attirano una clientela più giovane ed aiutano Pandora a far espandere la propria base di clienti. Si tratta di un’opportunità molto interessante, ulteriormente impreziosita dal fatto che Pandora vende ad un prezzo conveniente, così come altri rivenditori di successo come Inditex, proprietaria di Zara. Per quanto ci riguarda, vediamo un business in forte crescita a buone valutazioni e che offre un buon ritorno agli azionisti, grazie a dividendi e riacquisti di azioni proprie. Occasionalmente potremmo prendere profitto nell’eventualità in cui il lancio di un prodotto fallisca o che Pandora risenta del cambiamento delle mode, ma nonostante questo la società resta comunque una delle nostre posizioni core.

RYANAIR – Una compagnia area low cost che non ha bisogno di presentazioni e che crediamo continuerà a sovraperformare sia i propri competitor low cost, che le compagnie aree di linea tradizionali. Ryanair, a nostro avviso, è una società capace di sfruttare le flessioni del mercato per acquistare e/o noleggiare nuovi aerei da Airbus e Boeing a condizioni commerciali favorevoli: la società è in grado di utilizzare il proprio potere di acquisto nel momento giusto. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un’uniformazione della flotta: invece di possedere un numero disparato di velivoli, la società ha concentrato i propri sforzi su alcuni modelli chiave rendendo la flotta più facile da mantenere dal punto di vista dei costi. Si tratta, inoltre, di una flotta “giovane”, il che significa minor numero di riparazioni. Tutti questi elementi si combinano e rendono Ryanair leader in termini di riduzione dei costi. Nel frattempo, Ryanair, così come il resto del settore dei trasporti aerei, è in grado di trarre profitto dalla tendenza a lungo termine che vede il traffico dei passeggeri in aumento. Il numero di persone che prendono aerei è cresciuto quasi del 5% anno dopo anno, ben prima della crescita complessiva del PIL globale. In breve, la compagnia aerea, a nostro avviso, si trova in una sorta di “luogo ideale”: opera in un’industria in buona crescita, ha un business che genera un ottimo cash flow ed è altamente redditizia. Inoltre, crediamo che la società dovrebbe continuare a conquistare quote di mercato dei competitor, in quanto opera in una serie di rotte in cui vi è poca o nessuna concorrenza. Per quanto riguarda le preoccupazioni relative alla percezione del brand, Ryanair ha fatto grandi sforzi per migliorare l’esperienza dei clienti a bordo e di chi utilizza i loro servizi. Il sito web, per esempio, è molto più facile da navigare e, nonostante ci sia ancora spazio per migliorare, crediamo che la società abbia adottato le giuste strategie per poter affrontare le preoccupazioni e trasformare i problemi in retaggi del passato.

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