De Quincerot (Rothschild & Cie Gestion): “Occasioni sulle borse europee”

Ottimista anche se con una certa cautela. E’ questa, in sintesi l’opinione sui mercati europei di Ludivine de Quincerot, analista e senior fund manager di Rothschild & Cie Gestion (nella foto). La sua filosofia di gestione si basa su un approccio bottom-up che cerca di individuare i titoli e i settori sottovalutati in questo momento, i quali possono beneficiare di una rotazione del portafoglio degli investitori. Questa visione porta oggi de Quincerot a preferire i mercati europei rispetto alle piazze finanziarie di altre aree geografiche come gli Usa o i paesi emergenti.

Perché avete maturato questa opinione?

Non siamo particolarmente bullish sulle borse europee, cioè non crediamo in una prospettiva di forti rialzi ma pensiamo comunque che molti titoli quotati sui mercati del Vecchio Continete presentino al momento valutazioni interessanti e che la situazione congiunturale nell’Eurozona sia indubbiamente migliore rispetto a due o tre anni fa. La crescita del pil attesa per il 2016 a livello continentale è attorno all’1,5% Gli Usa, invece, pur non essendo vicini a una nuova recessione, si trovano attualmente in una fase più matura del ciclo, dopo una crescita economica e un trend positivo dei mercati che durano da ben 8 anni.

Nessuna paura per l’effetto-Brexit?
Il mercato ha reagito molto positivamente ai risultati del referendum di giugno ma noi non vediamo un rischio sistemico per le piazze finanziarie. Nel complesso, l’esposizione dell’export dell’Eurozona verso la Gran Bretagna è abbastanza limitato. E’ vero che la salutazione della sterlina porta vantaggi alle merci d’Oltremanica ma non dimentichiamoci che l’economia del Regno Unito ha una forte concentrazione su settori ad alto valore aggiunto, poco sensibili alle dinamiche valutarie.

Cosa ne pensa invece della situazione italiana?
Credo che la strada dell’Italia verso una crescita sostenuta sia ancora lunga. La nostra previsione è di un rialzo del pil dello 0,8% nel 2016 che, non lo nascondo, è un po’ una delusione. Probabilmente, l’effetto delle riforme attuate negli ultimi anni ha bisogno di tempo per manifestarsi.

In questo scenario macro, dove si sono indirizzano le vostre preferenze d’investimento?
Innanzitutto, preferiamo il settore azionario a quello obbligazionario e abbiamo ridotto la nostra duration del portafoglio investita in bond, per proteggerla dalla prospettiva di un futuro rialzo dei tassi. Nel comparto azionario, invece, cerchiamo di posizionarci su settori che in Europa possono beneficiare di una rotazione dei portafogli e su titoli che in questo momento presentano valutazioni interessanti. A livello geografico, invece, preferiamo in linea di massima azioni quotate sulla borsa francese e sui paesi del Sud Europa come l’Italia e la Spagna.

Qualche esempio?

Abbiamo posizioni su titoli industriali come quelli di Veolia, Airbus o Peugeot o sulla multinazionale del cemento tedesca Heidelberg. Si tratta di azioni che hanno sofferto in passato per la paura di una recessione e che invece oggi hanno ottimi fondamentali, grazie anche ai processi di ristrutturazione effettuati dalle aziende.

E sulla borsa di Milano, ci sono titoli che vi piacciono?
Di sicuro le azioni di Telecom Italia e soprattutto quelle di Mediaset, che possono beneficiare di una ripresa del mercato pubblicitario e vengono scambiate a prezzi assai inferiori a quelle di molti concorrenti europei del settore media. Nel comparto bancario, invece, le nostre preferenze si indirizzano verso Intesa Sanpaolo, un gruppo che ha ottimo fondamentali, buoni indici di solvibilità finanziaria, un costante flusso di dividendi e, a differenza di altri istituti italiani, non corre al momento alcun rischio di dover effettuare una ricapitalizzazione.

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