Gam: il mercato delle auto elettriche e l’impatto sul costo del barile

IL FUTURO E’ ELETTRICO – Quando Tesla ha accettato le prenotazioni per il nuovo modello – che ha un prezzo iniziale di 35.000 dollari, la società è stata sommersa da acquirenti entusiasti di versare i mille dollari di deposito, spiega Roberto Cominotto, gestore del fondo Julius Baer Multistock – Energy Fund di Gam. Nel giro di poche settimane gli ordini sono stati 400mila: sappiamo bene che la prenotazione non prevede obbligo di acquisto, ma rappresenta un segnale inequivocabile per il mercato automobilistico. La gente sembra pronta ad abbandonare il petrolio e il diesel per iniziare a rivolgersi al mercato delle auto elettriche. Nonostante le difficoltà di prevedere l’iter della transizione, a nostro avviso il futuro di lungo periodo del mercato dei trasporti sarà elettrico. Per capire tra quanto tempo vedremo un numero significativo di auto elettriche sulle nostre strade dobbiamo prendere in considerazione fattori differenti, tra cui il prezzo del petrolio, i costi delle batterie, gli interventi a riguardo da parte dei governi e, naturalmente, il comportamento dei consumatori.

VENDITE SCARSE – La questione fondamentale riguarda il costo delle batterie, che, da solo, equivale al prezzo di un’auto di medie dimensioni. Ad esempio, per il modello di punta prodotto da Tesla gli analisti quantificano il costo della batteria intorno al 27% del costo complessivo del veicolo (per la versione da 90 kWh), aggiunge Cominotto. Questo significa che il raggiungimento della competitività da parte delle auto elettriche nei confronti delle auto “normali” deve ancora necessariamente passare da un significativo taglio dei costi delle batterie. Secondo le stime di settore, il costo sarà dimezzato nei prossimi 5/7 anni sulla logica dell’economia di scala (all’aumentare della produzione di auto corrisponderà una maggiore efficienza nel processo produttivo). Ciò renderà l’acquisto di un veicolo elettrico molto più competitivo nel raffronto con le auto tradizionali. Alla base di tali calcoli vi sono alcuni lievi sussidi governativi sulla base di quelli che stiamo già vedendo in alcuni Paesi. Ad oggi quasi i due terzi della domanda globale di petrolio è destinata ai trasporti, di cui l’85% per i trasporti su strada. Questo significa che i veicoli elettrici avranno un impatto maggiore sulla domanda di petrolio una volta che rappresenteranno una quota significativa del numero complessivo di auto. Ma si tratta ancora di un cammino lungo. Le vendite di auto elettriche nel 2015 sono state circa mezzo milione. L’ammontare complessivo di auto elettriche si aggira intorno ad un milione, meno dello 0,1% delle auto in giro su strada e le stime di lungo periodo sul coefficiente di penetrazione per i veicoli elettrici sono molto varie. Anche guardando sino al 2025, le previsioni per le vendite di auto elettriche variano tra il 5% e il 15% delle vendite complessive. Se diamo per buona una crescita ottimistica del 40% annuo delle vendite di auto elettriche, ciò porterebbe ad avere entro il 2020 un ammontare complessivo di 8,5 milioni di veicoli elettrici nel mondo, vale a dire lo 0,6% delle auto tradizionali. E se immaginassimo lo stesso tasso di crescita nelle vendite fino al 2025, allora l’ammontare complessivo di auto elettriche raggiungerebbe i 50 milioni di veicoli, cioè il 3,3% delle auto totali. Tali calcoli mostrano che, anche dando per buone le proiezioni più ottimistiche, la quota di auto elettriche sulle strade rimarrà bassa, a paragone con le auto tradizionali per almeno altri 10 anni. Entro il 2020, ciò potrebbe portare ad un riduzione dello 0,3% della domanda globale di petrolio e dell’1,7% (o di 1,7 milioni di barili al giorno) entro il 2025. In breve, paragonando l’impatto delle auto elettriche con altre forze che influenzano domanda e offerta di petrolio, ci rendiamo conto che sarà un fattore di portata ridotta nel prossimo futuro. Nei prossimi tre o quattro anni, ad esempio, il loro impatto sarà trascurabile. In questo orizzonte temporale, per cui riusciamo a formulare previsioni con un certo grado di affidabilità, ci attendiamo che il mercato del greggio rimarrà ancora stretto in conseguenza di massicci tagli degli investimenti delle attività di esplorazione e di produzione di settore.

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