Patel (Bmo): “Opportunità sui mercati emergenti”

CRESCITA SECOLARE – “Il caso d’investimento dei Mercati Emergenti è più che vivo”. Parola di Rishikesh Patel, gestore del fondo BMO LGM Global Emerging Markets Growth and Income Fund (nella foto) secondo il quale “trend secolari di crescita, quali quelli demografici, di urbanizzazione, di crescente inclusione delle donne nel mercato del lavoro, continueranno a creare i prerequisiti per ampie e crescenti aree di profitto”. “Per via del nostro approccio bottom-up”, scrive in un commento Patel , “i terreni più fertili per le nostre scelte tendono a essere in Paesi come India, Indonesia, Messico e Filippine, ovvero quelle aree meno sviluppate dei mercati emergenti globali dove è possibile trovare società di qualità che possono beneficiare dei trend secolari di crescita. In termini generali, tendiamo a guardare oltre la volatilità di breve termine e ci concentriamo su quelle opportunità costituite dalla natura della crescita nei nostri mercati. Le migliori tra queste sono quelle opportunità derivanti dal crescente consumo di beni e servizi di base in quei mercati che presentano redditi in crescita, trend demografici di supporto e bassi livelli di penetrazione di beni e servizi. La nostra ricerca per la qualità delle singole società e per la crescita futura porta il nostro portafoglio a discostarsi significativamente dal benchmark, come dimostrato dall’Active Share del fondo LGM pari al 95%. Questo è l’effetto che si verifica cercando di localizzare le migliori società tra i settori più esposti ai fattori di crescita domestica nelle aree meno sviluppate del mercato. Non solo i tassi di penetrazione di molti beni e servizi sono bassi, fornendo un contesto favorevole per la domanda secolare, anche gli elevati tassi di informalità in molti di questi Paesi alzano notevoli barriere all’ingresso che spesso facilitano un contesto di positiva competizione che permette a molte delle società leader, ovvero quelle con un forte brand o un vantaggio in termini di economie di scala o distribuzione, di generare margini elevati e alti rendimenti e, di conseguenza, solidi cash flow.

INDICI VOLATILI – “I mercati emergenti”, continua Patel “possono sperimentare livelli di volatilità molto alti, sia per via della loro natura sia per come vengono classificati dal mercato, ovvero tramite l’utilizzo di indici ponderati per la capitalizzazione dei mercati. Per questi motivi, infatti, l’umore degli investitori o particolari notizie possono influenzare in maniera significativa i rendimenti nel breve periodo. Con circa mille società quotate, una capitalizzazione di mercato superiore a 1 miliardo di dollari e una politica di distribuzione di dividendi, gli emergenti rappresentano un terreno fertile per quegli investitori che praticano una gestione attiva e focalizzata sul lungo periodo. Ma è necessario prestare attenzione. Ci sono molte società che operano in settori ad elevata intensità di capitale, con un limitata capacità di influenzare il prezzo e spesso in difficoltà nel coprire il proprio costo del capitale, tutti fattori riscontrabili negli indici di mercato. Se società di questo tipo possono mettere a segno una performance positiva nel breve periodo oppure durante le fasi di ripresa del ciclo economico, al rallentare della crescita, come nel contesto attuale, si troveranno in difficoltà”.

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