Factor Investing? Sì ma con cautela

COS’È L’APPROCCIO FATTORIALE – Tra gli addetti ai lavori prende il nome di Factor Investing. In italiano suona certo molto meno intrigante dato che si traduce con la parola ‘approccio fattoriale’. Ma, dicono gli esperti, in questa fase di grande volatilità e bassi rendimenti, affacciarsi al segmento dei fondi passivi cosiddetti smart beta multifattoriale può risultare un’opzione interessante. L’importante è arrivarci preparati e consapevoli dato che le strategie smart beta racchiudono in sé varie metodologie di ricerca del rendimento. Sta di fatto che ‘Cos’è l’approccio fattoriale e quali benefici offre?’ è stato il filo conduttore del convegno organizzato mercolediì 12 ottobre da Amundi ETF e Banca Imi a Milano. Come sottolineato nel corso dell’evento, gli strumenti passivi smart beta di tipo multifattoriale risultano particolarmente adatti al contesto attuale di mercato caratterizzato da bassi rendimenti e da continua volatilità. Spiega Alessandro Russo, CFA e Head of Factor Investing che “per quegli investitori alla ricerca di rendimento, l’approccio fattoriale all’equity permette infatti di investire sul mercato azionario coniugando contenimento del rischio, diversificazione di portafoglio e accesso a nuove fonti di performance”.

L’APPROCCIO AL MERCATO AZIONARIO – Nel dettaglio “l’approccio fattoriale al mercato equity si basa sull’identificazione di titoli in base a determinate caratteristiche (fondamentali, size, rischio) in modo da catturare delle componenti alternative di rendimento. Tale approccio permette di migliorare la performance, aumentare la diversificazione e adattarsi a differenti fasi del ciclo economico. I vari fattori di rischio identificati sono ad esempio momentum, value, minimum volatility, dividend e altri”, precisa Russo. Su tali fattori l’Edhec Risk Institute, tramite la piattaforma Scientific Beta, ha elaborato degli indici, sia mono fattoriali, sia multi-fattoriali. Gli interventi del convegno hanno sottolineato come gli indici che combinano diversi fattori hanno generato nel tempo migliori rendimenti con una volatilità più bassa e drawdown relativi più contenuti. In questo campo Amundi ETF mette a disposizione degli investitori italiani due Etf multi-fattoriali, uno con esposizione globale e uno con esposizione all’Europa: l’Amundi ETF Global Equity Multi Smart Allocation Scientific Beta Ucits e l’Amundi ETF Europe Equity Multi Smart Allocation Scientific Beta Ucits. Dal maggio del 2014, il primo si è apprezzato del 9,7% a fronte di una volatilità inferiore al 12% contro l’indice Msci World che è cresciuto del 5,75% con una volatilità annua del 13% circa.

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