Il bitcoin? È una truffa. O forse no

Come se non bastassero i rendimenti stellari di quest’anno, la criptovaluta ha attirato ancora più attenzione quando l’a.d. di JP Morgan, Jamie Dimon, l’ha definita “una truffa che finirà per andare all’aria”. Eric Lonergan, gestore del team multi-asset di M&G Investments, teorizza che l’importanza del bitcoin non risiede nel prezzo corrente e neanche nella tecnologia blockchain su cui poggia, quanto piuttosto nell’influenza che potrebbe esercitare sul nostro modo di vedere e progettare la moneta in sé.

“Ho intitolato questo post ‘valutare’ il bitcoin”, scrive Lonergan. “Non ho idea di quale possa essere il suo valore equo: c’è troppa incertezza. Gli asset che generano flussi di cassa sono i più facili da valutare, o quanto meno contemplano rendimenti attesi. Per questo è così difficile assegnare un valore alle valute. La sterlina si può scambiare a due dollari (e succedeva solo poco più di dieci anni fa) o a un dollaro, senza che i prezzi relativi subiscano variazioni di rilievo”.

“Il bitcoin è una valuta”, prosegue Lonergan, “ma non esiste un’economia specifica in bitcoin ben definita. È come se i dollari internazionali cominciassero ad essere scambiati in modo indipendente: come li valuteremmo? Quello che mi sento di dire è che il bitcoin ha grande importanza. Rivela un futuro alternativo per la moneta in generale e, come moneta specifica, ha caratteristiche uniche. Potrebbe sorprenderci per durata e rilevanza”.

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