Ambrosetti AM: occhi puntati sulla Bce, l’Italia guida l’azionario

Il terzo trimestre dell’anno si conclude con performance in crescita e soprattutto con l’indicazione della consapevolezza da parte degli operatori circa lo sviluppo di un percorso di chiaro miglioramento del ciclo economico e di conseguenti buone prospettive di sviluppo che il mercato sta prezzando con costanza ormai da alcuni trimestri. “Rispetto a qualche anno fa i mercati, oggi, risultano maggiormente sostenuti da dati macroeconomici di valore, con un ciclo economico in ripartenza, piuttosto che dalle politiche monetarie accondiscendenti delle diverse banche centrali, il cui ruolo sta gradatamente affievolendosi. L’attenzione degli operatori alle future mosse delle banche centrali rimane alta, il rientro da un atteggiamento espansivo è fuori di dubbio ma rimane incerta la portata e la dinamica dei futuri rialzi dei tassi di interesse ed in questa risiede la maggior preoccupazione”. A sostenerlo è Alessandro Allegri, amministratore delegato di Ambrosetti Asset Management Sim.

“Globalmente i mercati obbligazionari stanno iniziando a prezzare la fine delle misure di stimolo dell’economia ma riteniamo sia ancora sottostimata la misurazione delle reazioni dei ‘Bond people’ quando i rendimenti si troveranno ad affrontare un ciclo sostenuto di rialzo. In tal senso qualche scricchiolio in più si è già visto a settembre con le indicazioni di salita tassi sia in Usa (+20bps sul decennale) che in area euro (+10bps) che hanno colpito soprattutto la parte governativa mentre gli investimenti a spread sono risusciti a tamponare le flessioni. Sul fronte valutario ancora occhi puntati soprattutto sull’Euro che, dopo gli ampi progressi, come evidenziato già in precedenza, sta iniziando a mostrare la naturale incapacità a sostenere tale crescita. Già a settembre si sono infatti registrati i primi recuperi generalizzati da parte in particolare di dollaro e sterlina, mentre, nonostante le tensioni nella vicina Corea del Nord, la valuta nipponica si mantiene sostanzialmente stabile”.

“La chiusura dell’anno sugli azionari si presenta, in termini di attese, con un’impostazione decisamente positiva e con prospettive a favore di un’accelerazione del processo di rivalutazione già in essere. Rimane nei giochi il rischio di questa asset class, dove non è certo azzerata la possibilità di qualche temporanea deriva ribassista ma le preoccupazioni in tal senso restano basse e, se si escludono gli impatti emotivi derivanti da un eventuale aumento della volatilità, riteniamo in questo contesto opportuno posizionarsi a favore del mercato. Molto prudenziale invece l’attesa sul comparto obbligazionario mentre riteniamo in iniziale sviluppo il percorso di indebolimento della valuta euro nei confronti di dollaro, sterlina e franco svizzero. Per il mese di ottobre viene incrementata l’esposizione azionaria a livello complessivo. Privilegiamo in particolare l’azionario euro rispetto a Giappone e Stati Uniti tra le principali aree, con una focalizzazione in particolare su Italia e Germania. Confermata, seppur con un ridotto peso relativo, la base di investimento strategico sui mercati emergenti. A livello settoriale la selezione si concentra su Finanziari, Energy e Consumi Ciclici. Più prudente l’investimento su obbligazioni mentre aumenta l’esposizione valutaria extra euro”.

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