Daly (Aberdeen Standard): “Tutte le opportunità sui mercati di frontiera”

I mercati di frontiera sono spesso definiti come Paesi piccoli e in sviluppo, con livelli di Pil pro capite e mercati interni dei capitali embrionali. Tuttavia, non è affatto così. La Nigeria, per fare un esempio, ha una popolazione di 180 milioni di persone e dovrebbe diventare la quarta nazione più grande al mondo nel 2050. A raccontare il potenziale di investimento di alcuni dei Paesi meno conosciuti finanziariamente è Kevin Daly, senior investment manager EMD team di Aberdeen Standard Investments.

Su quali di questi Paesi vede il maggior potenziale e perché?

Fino a poco fa l’Argentina era considerata un Paese di frontiera ma non ne fa più parte per quanto riguarda il mercato obbligazionario, anche se lo è ancora secondo gli investitori azionari. Vediamo buone opportunità d’investimento in Nigeria, Egitto, Sri Lanka, Mongolia e Ghana.

Il Mozambico è visto come uno dei mercati col maggior potenziale di crescita del Pil. Siete investiti lì?

La crescita in Mozambico è in recupero ma non riteniamo interessante il Paese dal punto di vista degli investimenti poiché sta vivendo una fase di default per eurobond e prestiti sindacati e deve anche riprendere le relazioni con il Fondo Monetario Internazionale e gli investitori stranieri. Finché queste questioni non saranno risolte, è improbabile che investiremo in Mozambico.

Spesso, dietro alla prevista crescita dell’Africa c’è la Cina, dunque crescita sì ma con grandi diseguaglianze sociali e regolare disinteresse sul tema dei diritti umani. Come vi muovete quando scegliete una società? Guardate agli aspetti etici o non sono inclusi nelle vostre analisi?

La Cina è stata e continuerà a essere il fornitore principale di prestiti per i Paesi dell’area sub-sahariana, soprattutto per le infrastrutture. L’investimento cinese è stato importante nei progetti ferroviari di Kenya e Etiopia. Le nostre decisioni d’investimento non includono decisioni etiche perché ci concentriamo sulla sostenibilità del debito, anche se Paesi con indicatori di scarsa governance associati a fattori etici potrebbero essere un semaforo rosso quando valutiamo il rischio default, cosa che avrebbe a sua volta un impatto sulle nostre decisioni d’investimento. Il Mozambico è un ottimo esempio di come le questioni relative alla dimensione etica che riguardano il precedente governo abbiano indotto l’Fmi e gli investitori a congelare gli aiuti finanziari, dato che l’attuale leadership non ha intenzione di rivolgere accuse di frode al passato regime.

Com’è il mercato dei bond governativi e del credito corporate? Nel fondo c’è parecchio credito bancario. Da cosa dipende?

Nel nostro fondo dedicato ai mercati di frontiera continuiamo a vedere opportunità interessanti nei titoli di Stato in valuta forte e in valuta locale, così come nelle obbligazioni societarie in valuta forte. La maggior parte dei titoli obbligazionari è rappresentata da titoli di Stato, anche se negli ultimi anni il numero di emissioni da parte delle aziende è cresciuto. Al momento il fondo è investito per più dell’80% in titoli di Stato con un 14% di obbligazioni corporate. Abbiamo preso esposizione alle banche in Nigeria e Honduras.

Qual è la correlazione coi peer e coi i mercati dei Paesi sviluppati e di quelli emergenti?

Le obbligazioni di frontiera in valuta forte hanno avuto storicamente una correlazione negativa con i Treasury americani, il che apporta qualità difensive nel caso di un rialzo dei titoli di Stato statunitensi. Le correlazioni con altri mercati di frontiera sono più alte paragonate ai Paesi emergenti “mainstream” (Brasile, Messico, Turchia e Russia). Per quanto riguarda i nostri competitor, ci sono solo quattro fondi dedicati ai mercati di frontiera. Abbiamo un’alta correlazione con la società di gestione danese Global Evolution anche se, rispetto a questa, noi investiamo di più nel debito delle società mentre loro detengono più obbligazioni in valuta locale.

Qual è l’orizzonte temporale del fondo e quali sono i principali rischi?

Il rischio principale per il nostro fondo è un dollaro americano ancora rialzista, nonostante sia considerato un rischio basso. Vediamo anche un piccolo rischio nel rialzo dei rendimenti dei Treasury americani, data la duration bassa del fondo, che è ora di tre anni e mezzo.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!