Balls (Pimco): “Nessuno shock in vista sul debito italiano”

Meglio optare per un approccio più cauto agli investimenti sui prossimi mesi. E i motivi principali sono tre: l’incertezza sull’effettiva traiettoria delle politiche monetarie, il loro impatto sull’economia e sui mercati globali e la loro destinazione finale. Senza contare che «sarà difficile rivedere un anno così sincronizzato dal punto di vista del ciclo economico e così favorevole per gli asset finanziari come il 2017». A parlare è Joachim Fels, global economic advisor di Pimco, in occasione del Pimco Emea Investment Summit che si è tenuto per la stampa a Londra. Ha precisato l’esperto: «l’espansione globale a cui abbiamo assistito continuerà nel 2018 ma il “growth momentum” ha toccato il suo picco quindi non potrà che calare, anche se gradualmente. A oggi, se usassimo un approccio puramente quantitativo e basato sui dati vedremmo solo un 10% di probabilità di recessione nei prossimi 12 mesi. Sul lungo termine però non escludiamo questo rischio, anzi. Assisteremo comunque, nel 2018, a una certa decelerazione». Intanto, persiste una certa riluttanza da parte delle banche centrali, soprattutto Fed e Bce a procedere con un aumento significativo dei tassi di interesse.

IL QUADRO NEGLI USA – Negli Stati Uniti l’incertezza che aleggia sul prossimo presidente della Federal Reserve, con il mandato di Janet Yellen in scadenza nel febbraio 2018, ha di fatto rallentato i discorsi di politica monetaria. «Pensiamo che la Fed procederà con il rialzo dei tassi 2 o 3 volte e non di più da qui alla fine del 2018 mentre la Bce, a nostro avviso, non lo farà prima della metà del 2019 e comincerà il taper tantrum alla fine del 2018». Gli esperti del colosso degli investimenti si sono detti preoccupati del contesto economico statunitense. In America il Pil è in costante crescita dopo la crisi globale del 2008, finanziato però da un vertiginoso aumento del debito pubblico che ha portato il rapporto debito/pil a superare la fatidica soglia del 100%. «In questo contesto si sta facendo largo il timore che un ulteriore aumento dei tassi possa gravare ancor più sul debito federale e su famiglie e imprese, andando a rallentare i consumi e la crescita economica in atto», ha aggiunto. Lo stesso dicasi in Europa, soprattutto in Italia zavorrata da un debito in costante crescita. In generale, sul mercato obbligazionario resta ancora molto basso il premio al rischio, con i tassi che si mantengono ancora in territorio negativo sotto i due anni nell’area euro.

NIENTE SHOCK IN VISTA- Pimco ha acquistato parecchio debito italiano soprattutto nella metà del 2016. «Sul Paese ora siamo neutrali rispetto al benchmark. Non vediamo in Italia particolari focolai di shock, nemmeno le elezioni del 2018. I mercati, del resto, si stanno dimostrando piuttosto freddi nei confronti delle vicende geopolitiche», ha affermato Andrew Balls, cio global fixed income. «In generale siamo sottopesati in tema di duration e preferiamo essere esposti al dollaro rispetto ai debiti di Europa, Uk e Giappone», ha aggiunto. Sta di fatto che nei prossimi cinque anni l’economia mondiale potrebbe andare incontro a importanti svolte in termini di politiche monetarie, fiscali, commerciali, geopolitiche e valutarie. Ha sottolineato Balls: «l’economia mondiale ha sorpreso in positivo. I mercati hanno dato scarso peso al risultato del voto sulla Brexit e delle elezioni presidenziali statunitensi, registrando un rally all’indomani dei due eventi, e il clima di forte propensione al rischio si è tradotto in valutazioni azionarie elevate, restringimento degli spread creditizi e bassa volatilità realizzata.

INCERTEZZE SULA CINA- Crediamo tuttavia che molti operatori di mercato siano oggi troppo rilassati, che i rischi a medio termine siano in aumento e che gli investitori dovrebbero valutare la possibilità di sfruttare i rally ciclici per accumulare riserve liquide da impiegare quando i mercati subiscono una correzione in seguito a una rivalutazione dei rischi». E ha concluso: «nel nostro orizzonte di lungo periodo di tre-cinque anni l’aumento dei tassi d’interesse e il ridimensionamento del bilancio della Fed costringeranno l’economia mondiale a “guidare senza ruota di scorta” e qualsiasi svolta intrapresa dalla politica fiscale non sarà probabilmente sufficiente di per sé a migliorare le prospettive di crescita globale in modo sostenibile». Un ultimo punto critico per Pimco sono le incertezze che aleggiano sulla Cina. Ha detto ancora Fels: «gli scenari possibili sono tanti ed è notevole l’incertezza sulle intenzioni e la capacità del Presidente Xi Jinping di attuare le riforme economiche promesse, viste le grandi sfide che la Cina deve affrontare nel liberalizzare i mercati finanziari, affrontare i problemi dell’indebitamento eccessivo e del sistema bancario ombra, e gestire i costi di spostare risorse e capitali dalle imprese a controllo statale. Si teme anche un graduale deprezzamento del tasso di cambio del Cny». In sintesi, hanno precisato gli esperti, «è più sensato mantenere della liquidità nel portafoglio e focalizzarsi sulle opportunità bottom up dove l’investitore riceve davvero un premio per il rischio che prende». E la Gran Bretagna? «Le negoziazioni su Brexit saranno determinanti per capire come muoversi. Stiamo a vedere», hanno sintetizzato.

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