Bnp Paribas Am: la continuità prevale sulle turbolenze, azioni in rialzo in ottobre

BANCHE CENTRALI SUGLI SCUDI – La Bank of England ha deciso di innalzare i tassi d’interesse e il presidente della BCE Mario Draghi ha annunciato un’estensione del programma di acquisto di attivi destinato a stimolare la crescita sino al 2018, dimezzando al contempo l’importo degli acquisti mensili, spiega Colin Harte, head of research, active asset allocation, multi asset solutions di Bnp Paribas Am.  Gli osservatori di mercato hanno interpretato in senso espansivo questa decisione, che ha favorito i mercati azionari europei facendo indebolire l’euro e apprezzare i Bund tedeschi. Negli Stati Uniti, il contesto di mercato – sinora caratterizzato da una bassa volatilità – è stato perturbato dalle speculazioni sulla nomina del nuovo presidente della Federal Reserve, nonché dai progressi del dibattito sulla riforma fiscale al Congresso e dalle numerose pubblicazioni degli utili registrati dalle imprese. Nel complesso, tale andamento ha favorito un rialzo dei rendimenti dei Treasury in un contesto caratterizzato dal miglioramento degli indicatori macroeconomici e da una forte espansione del PIL nel terzo trimestre. Tuttavia, il mercato azionario che ha fatto segnare la performance migliore è stato quello del Giappone, che ha continuato a beneficiare della recente rielezione del primo ministro Shinzo Abe e della probabile proroga delle politiche monetarie espansive. Per quanto riguarda le materie prime, l’indice del dollaro USA è salito ancora – con un rialzo di quasi 4% rispetto ai minimi di settembre – mentre la sterlina si è rafforzata sulla scia del miglioramento dei dati relativi al PIL. Nel settore delle materie prime, il comparto energetico ha fatto segnare la performance più elevata – malgrado il primo incremento delle scorte di greggio dopo quattro ribassi consecutivi – traendo vantaggio dalla decisione dell’Arabia Saudita di appoggiare la proroga degli attuali tagli alla produzione dei paesi OPEC, oltre il mese di marzo dell’anno prossimo. Nell’ambito dei paesi emergenti, il Sudafrica è stato penalizzato dal crollo del rand e da un’ondata di vendite sui titoli di Stato, dopo che il ministro delle finanze Malusi Gigaba ha annunciato il dimezzamento delle stime di crescita per quest’anno dall’1,3% allo 0,7% e un ampliamento del deficit nei prossimi tre anni. Le obbligazioni del Sudafrica rappresentano circa il 10% dell’indice JPMorgan GBI, e dunque tale andamento ha determinato una flessione di questo indice di riferimento.

LA SPAGNA SOSPENDE L’AUTONOMIA CATALANA DOPO LA DICHIARAZIONE D’INDIPENDENZA –  Le tensioni tra la Spagna e la Catalogna si sono ulteriormente accentuate quando il parlamento della regione autonoma ha dichiarato l’indipendenza e il primo ministro spagnolo ha reagito facendo approvare dal parlamento di Madrid la destituzione del presidente catalano Puigdemont e la sospensione dell’autonomia della regione, sottolinea Harte. Il primo ministro Rajoy gode dell’appoggio dei leader dell’UE, che in generale sono ostili alla frammentazione degli Stati nazionali e che non riconosceranno facilmente l’indipendenza alla Catalogna, né le concederanno l’adesione all’Unione europea. Per evitare di commettere un passo falso ed evitare un’ulteriore escalation, Rajoy ha indetto nuove elezioni regionali in Catalogna per il 21 dicembre. Questa consultazione sarà importantissima, poiché il risultato sarà riconosciuto dal governo centrale – a differenza del controverso referendum del 1° ottobre – anche in caso di vittoria degli indipendentisti. Rimaniamo ottimisti sulle prospettive della Spagna, ritenendo però che una secessione turbolenta sarebbe catastrofica per la Catalogna, come fa capire la decisione già presa da molte imprese di spostare la propria sede in altre regioni spagnole.

 BCE: ESTENSIONE DELL’ALLENTAMENTO QUANTITATIVO – La BCE ha prolungato il programma di acquisto di attivi sino al settembre dell’anno prossimo, dimezzando al contempo l’importo degli acquisti mensili, che a partire da gennaio sarà pari a 30 miliardi di euro, fa notare Harte. Questa notizia è stata accolta positivamente dai mercati. In effetti, numerosi osservatori avevano previsto una riduzione più consistente – sino a 20-25 miliardi – in particolare dopo che il capo economista della BCE Peter Praet ha sottolineato che per sostenere la ripresa economica poteva essere sufficiente un prolungamento dell’allentamento quantitativo, lasciando prevedere un taglio più deciso degli acquisti. Il presidente Draghi ha rimarcato la solidità e l’ampiezza della crescita, notando tuttavia che “le pressioni sui prezzi sul mercato interno permangono modeste”. Draghi, inoltre, ha ribadito che i tassi sarebbero rimasti bassi anche dopo la conclusione del programma di allentamento, aggiungendo che il QE non sarebbe stato arrestato bruscamente nel settembre prossimo e avrebbe potuto anche essere ulteriormente prolungato.

FONDAMENTALI IN MIGLIORAMENTO PER LA NUOVA GUIDA DELLA FEDERAL RESERVE – Il presidente degli Stati Uniti Trump ha nominato il nuovo governatore della Federal Reserve. Si tratta di Jerome Powell, già membro del consiglio di amministrazione della banca centrale USA. In una recente intervista, Trump ha dichiarato che “la nomina non sarà uno shock”, e tale dichiarazione ha fatto salire i rendimenti dei Treasury. Inoltre – fatto ancor più importante – gli strumenti finanziari rischiosi sono stati sostenuti dai progressi registrati dal dibattito sulla riforma fiscale, nota Harte. Infatti, dopo l’approvazione del Senato anche la Camera dei Rappresentanti ha approvato la legge di bilancio per il 2018, marcando un importante passo avanti verso una modifica della tassazione negli USA. La Camera dei Rappresentanti dovrebbe presentare la propria versione della nuova normativa fiscale mercoledì 1° novembre e il Senato dovrebbe seguire la settimana prossima. I nostri analisti al momento ritengono che gli sgravi fiscali abbiano il 66% di probabilità di essere approvati entro la fine del primo trimestre del 2018. L’economia degli Stati Uniti continua a rafforzarsi. Sinora, i dati relativi ai profitti diffusi dalle società sono stati perlopiù positivi, con l’80% delle aziende dichiaranti che ha battuto le attese degli analisti riguardo agli utili per azione e circa il 70% che ha fatto meglio rispetto alle previsioni sulle vendite, facendo registrare la percentuale più elevata dal secondo trimestre del 2011. In particolare, le quotazioni delle società informatiche hanno registrato un’impennata grazie all’ottimo incremento delle vendite in questo settore. Più in generale, il PIL degli USA ha messo a segno una solida crescita nel terzo trimestre, con un rialzo del 3% su base annua (cfr. grafico) favorito dai forti investimenti per la ricostituzione delle scorte. Per quanto riguarda gli indicatori prospettici, la stima preliminare del PMI di ottobre è risultata superiore alle attese, e il PMI composito si è issato ai massimi dal novembre del 2015.

PRESA DI PROFITTO SUI TITOLI DI STATO AUSTRALIANI – Abbiamo realizzato i profitti maturati sulla posizione lunga in titoli di Stato australiani rispetto ai Treasury. Questa posizione era stata costituita in previsione di un calo dei rendimenti dell’Australia dopo che il mercato aveva integrato nei prezzi dei titoli gran parte delle notizie economiche positive. Inoltre, prevedevamo che la debolezza dell’inflazione e l’orientamento espansivo della Federal Reserve offrissero dei margini per un rialzo inatteso dei rendimenti USA. La convergenza dei rendimenti di Stati Uniti e Australia ha fatto avvicinare l’obiettivo d’investimento e pertanto abbiamo liquidato la metà della posizione realizzando un profitto. Nel comparto obbligazionario, deteniamo un sottopeso in termini di duration, in particolare per quanto riguarda le obbligazioni europee, poiché prevediamo che la BCE sarà una delle prime tra le banche centrali più importanti a dedicare maggiore attenzione a una gestione prudente dei mercati finanziari, conclude Harte.

 

 

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