Petrolio in ascesa, la bussola per gli energetici di AcomeA

Sicuramente la recente crescita del prezzo del petrolio ha portato nuovamente sotto i riflettori degli investimenti una commodity che era stata messa forse eccessivamente da parte. Con il prezzo del Wti che scambia 65 dollari al barile, valore ai massimi da oltre quattro anni, le riflessioni sono d’obbligo, anche per comprendere al meglio quelle che potrebbero essere le reazioni dei titoli energetici.

A darci una mano in tal senso ci pensa AcomeA, la quale sul proprio sito mostra un interessante grafico che evidenzia il confronto tra la variazione del prezzo del petrolio e quello del paniere di azioni del comparto energetico (S&P 500 Energy).

Come si può notare, dalla seconda metà del 2017 ad oggi il prezzo della commodity è cresciuto quasi del doppio rispetto all’indice di azioni energetiche. Mentre il WTI si è apprezzato del 40% in 7 mesi, l’indice americano delle 32 società energetiche è cresciuto del 20%. Insomma, correlazione sì, ma a piccole dosi, dato che oggi più che mai a contare è il tema dell’efficienza energetica, come ribadisce Matteo Dirupati, gestore del fondo AcomeA America:
“Il prezzo del petrolio è stato storicamente uno dei principali driver degli utili delle società energetiche statunitensi. La sua influenza sui prezzi dei titoli rimane positiva, ma in misura più contenuta rispetto al passato. Oggi, i mercati guardano con molta attenzione i fondamentali legati all’efficienza produttiva. A livello di asset allocation del fondo AcomeA America, manteniamo una esposizione rilevante (20%) nei titoli Oil & Gas perché riteniamo che le valutazioni e le opportunità in questo settore siano ancora sottovalutate rispetto al resto del mercato”.

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