Jones (Kames Capital): “Il futuro? E’ nel Pacifico”

LE SFIDE FUTURE – Mantenere un occhio di riguardo per quello che accade negli Stati Uniti, che si confermano la spina dorsale dell’economia globale, ma consapevoli che le sfide del futuro si giocano a cavallo dell’oceano Pacifico, tra gli stessi Usa e l’Asia. E’ questa, in sintesi, la visione sui mercati di Stephen Jones, chief investment officer di Kames Capital, asset manager basato a Edimburgo e caratterizzato da uno stile di gestione attiva con un focus particolare sul reddito fisso. “Il rapporto è 60% fixed income e 40% equity – ha spiegato il gestore in un incontro con la stampa specializzata  –. Il nostro approccio è improntato a una duration breve, ma non eccessivamente breve”.

IL PRAGMATISMO DI TRUMP – Per quanto riguarda i mercati, “gli Usa sono la colonna portante della ripresa economica mondiale”, ha sottolineato Jones. “Guardando alle politiche del presidente Trump, il taglio delle tasse è certamente positivo, ma è già stato ampiamente scontato dai mercati. L’attenzione è ora sui consumi: la domanda in rallentamento può certamente beneficiare della riduzione della pressione fiscale”. Sul fronte delle politiche monetarie, Jones ritiene che le prossime mosse della Fed saranno “non particolarmente aggressive e improntate alla cautela; il gestore non vede una dinamica di aumento dell’inflazione né una significativa crescita dei salari. Per quanto riguarda le politiche commerciali, secondo Jones “il protezionismo di Trump crea anzitutto titoli sui giornali: è un metodo ben consolidato, il presidente usa abbondantemente la retorica ma nei fatti è un pragmatico. Questo significa che, nonostante gli annunci, non c’è l’intenzione di distruggere il sistema del commercio globale, e si tenterà di trovare un ribilanciamento”.

L’EUROPA ALLA SFIDA DEL QE – E l’Europa? Nella visione di Jones il Vecchio continente “è entrato più tardi nel ciclo economico. L’inflazione al momento non è una preoccupazione e il 2018 dovrebbe essere, tutto sommato, un buon anno. Gli occhi sono puntati sul 2019”, quando dovrebbe terminare il programma di QE messo in atto dalla Bce. “Qualcosa dovrebbe cambiare tra la seconda metà del 2019 e il 2020. Nel frattempo ci sarà un periodo relativamente tranquillo, intervallato da alcuni momenti più difficili, con picchi di volatilità, come nel caso recente delle elezioni italiane”. Per quanto riguarda l’euro, Jones ha osservato: “La complessità dei negoziati legati alla Brexit ci ha mostrato quanto l’eventualità del ritorno alla valuta nazionale porti con sé un alto prezzo da pagare” per il Paese che eventualmente vi ricorresse. Per il gestore “l’euro sopravviverà, ma è necessario che la Germania allenti un po’ alcune delle sue posizioni e si dovrebbero fare passi concreti verso la realizzazione di una politica fiscale comune”.

NON SOLO ESG – Particolare attenzione è stata posta al tema degli investimenti socialmente responsabili, sempre più sentito nel settore della gestione del risparmio. In Kames esiste un apposito Sustainability Committee, presieduto dallo stesso Jones, che tuttavia ha precisato: “L’approccio Esg non è l’unico strumento di selezione: alla base restano i fondamentali economici, specie per una società come la nostra, che punta molto sull’analisi e la ricerca. Altrimenti i fondi tra cui i clienti possono scegliere saranno sempre meno e sempre più simili tra loro”. E infine non è mancato un cenno alla Mifid 2, che “ha indirizzato i mercati verso una sempre maggiore trasparenza, moltiplicando in maniera esponenziale il volume delle informazioni”. Con la direttiva, secondo Jones, si andrà sempre più verso una concentrazione delle case di gestione, “con grandi player in grado di offrire una gamma sempre più ampia di strategie”.

 

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