Pharus: elezioni Usa, puntare su Biotech e infrastrutture

UN CICLO DI CRESCITA – Il mercato equity americano si sta approcciando alle elezioni su livelli vicini ai massimi storici sostenuto da un ciclo economico di crescita iniziato nel 2009, spiega Stefano Reali, fund manager di Pharus Management. Per valutare l’azionariato US preferiamo al P/E il CAPE (Cyclically Adjusted Price-Earnings), che, a differenza della più comune misura, al denominatore usa la media degli utili degli ultimi 10 anni. Il CAPE del mercato americano sta a 27x ben al di sopra della sua media storica lasciando poco spazio di guadagno per un investitore di medio periodo. I mercati finanziari stanno ormai scontando una vittoria della Clinton e se l’esito del voto dovesse favorire Trump potremmo avere inizialmente dell’instabilità sui mercati. Il settore dei servizi finanziari e le industrie del petrolio, carbone e gas naturale potranno beneficiare di una regolamentazione meno stringente proposta dai repubblicani; mentre energie rinnovabili e tech saranno avvantaggiati da un presidente democratico. Trump ha promesso di aumentare la spesa per la difesa mentre la candidata democratica non dovrebbe tagliare i costi in questo ambito.

POSITIVI SU PHARMA E COSTRUZIONI – Rimaniamo positivi sul settore pharma&biotech in quanto l’asset class sta già incorporando un elevato livello di incertezza. Continuiamo a mantenere una view costruttiva soprattutto nei confronti del comparto biotecnologico, in quanto i fondamentali rimangono solidi e le valutazioni hanno raggiunto livelli estremamente interessanti. Inoltre, le stime sugli utili del settore biotech continuano ad aumentare mantenendo una crescita media annualizzata del 20%. Il mercato, invece, si è portato molto più avanti facendo registrare una discesa dei prezzi del 30% incorporando quindi una riduzione degli utili molto più consistente, aprendo un gap prezzo-utili mai registrato nella storia. Altro settore che potrebbe beneficiare indipendentemente dal candidato vincente è quello delle costruzioni e delle infrastrutture in quanto sia i democratici che i repubblicani pensano che la spesa in quest’ambito debba essere aumentata in modo consistente: le infrastrutture americane sono state installate per la quasi totalità tra gli anni ‘50-’70, per poi limitare gli investimenti da quel momento in avanti. In un portafoglio bilanciato con un peso complessivo dell’equity del 40%, consigliamo di avere un’esposizione al mercato americano del 15%, conclude Reali

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!

Tag: