State Street: addio analogico, benvenuto Fintech

EVOLUZIONE TECNOLOGICA – Stiamo indubbiamente attraversando un periodo di forte cambiamento nell’ambito dei servizi finanziari, l’evoluzione tecnologica può potenzialmente riplasmare l’intero settore, nota JR Lowry, responsabile Emea di State Street Global Exchange. Il termine “big data” non è più una novità: parole come “dati” e “digitalizzazione” vengono utilizzate sempre più spesso in ambito lavorativo. Con il diffondersi della digitalizzazione, crescono i volumi di dati raccolti. E quando questi dati arrivano sul mercato, gli investitori devono capire come metabolizzarli, studiarli e comprenderne il valore. Alcuni non avranno utilità per gli investimenti, ma altri sì. La principale sfida per molte società di investimento sarà proprio quella di riuscire a selezionare le informazioni più utili all’interno di tutti questi nuovi dati a disposizione. Alla luce di questo cambiamento, le società stanno aumentando gli investimenti in nuove tecnologie, cercando di aggregare dati e usare strumenti come l’apprendimento automatico, che siano d’aiuto nell’interpretazione dei dati. Un prodotto collaterale di questo cambiamento è lo sviluppo di un numero sempre maggiore di strumenti analitici, tra cui l’analisi del sentiment, comportamentale e con valore predittivo. E dato che l’uomo non può processare in maniera autonoma tutte queste nuove informazioni, l’equilibrio tra uomo e macchina continuerà ad essere sbilanciato a favore di quest’ultima.

MODIFICHE NORMATIVE – Anche le autorità di regolamentazione richiedono una quantità crescente di dati, indipendentemente dalle normative coinvolte (MIFID II, PRIIPS, Solvency II o EMIR). Chiedono inoltre che le istituzioni finanziarie siano più prudenti nella gestione dei loro bilanci, aggiunge Lowry. Se da un lato molti di questi cambiamenti interessano maggiormente le banche rispetto a chi compra, è difficile che questo non abbia un impatto anche a livello generale. Quando si mettono insieme tutti questi fattori, è inevitabile dover affrontare spese e maggiori costi operativi, che risulteranno ancor più ingenti per coloro che operano in più giurisdizioni. Dal punto di vista tecnologico, questi cambiamenti hanno alimentato l’interesse per il RegTech (Regulatory Technology), cosa che porterà in ultima istanza a un miglioramento degli strumenti per il risk management e la compliance e auspicabilmente a una riduzione dei costi rispetto ad oggi.

EVOLUZIONE DELLE ASPETTATIVE DI CONSUMO – Un ultimo fattore è il cambiamento delle aspettative di consumo. La lunga evoluzione da un mondo caratterizzato da investitori istituzionali e prestazioni definite verso un mondo più retail e a contribuzione definita, attribuisce maggiori responsabilità agli investitori retail. Negli anni ’80 questo cambiamento ha alimentato investimenti importanti nelle tecnologie basate su piattaforme negli Stati Uniti, e ci si aspetta che porti a un interesse simile in Europa e in altri paesi nei prossimi anni. Gran parte degli investimenti verranno inoltre utilizzati nel miglioramento dell’interfaccia e dell’esperienza dell’utente. Le aspettative dei consumatori stanno aumentando e il settore degli investimenti è in una certa misura indietro rispetto ad altri segmenti del settore dei servizi finanziari o ad altri settori. L’insieme di questi cambiamenti porterà a un mutamento nella struttura del settore nel corso del tempo. Il mondo dell’asset management si troverà molto probabilmente a un bivio, alimentato dalla necessità di investire nella tecnologia per poter operare in maniera efficace. Le due tendenze che prevarranno saranno “grande e a basso costo” oppure “piccolo e boutique”, e il rischio maggiore sarà quello di restare intrappolati nel mezzo. Per certi aspetti, nel suo complesso il settore finanziario è ancora poco digitalizzato, basti pensare che a State Street riceviamo ancora circa 50 mila fax a settimana. Tuttavia, anche in questo momento decisivo di evoluzione tecnologica, il settore ha dimostrato di essere flessibile e troverà, come sempre, il modo di adattarsi, conclude Lowry.

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