Fondi pensione – in America spariscono 2 trilioni

Questi piani, il cui nome deriva dal numero della Sezione del Codice Fiscale che descrive il programma, sono a contribuzione definita offerti da una corporation ai propri dipendenti per accantonare una parte del reddito a scopi futuri previdenziali. In alcuni casi (spesso ma non obbligatoriamente) il datore aggiunge un suo contributo pari a quello del lavoratore. Ritirare prima del dovuto parte delle somme comporta una penalità fiscale.

CASH PIU’ SICURO DELLE AZIONI?

Il trend attuale vede i lavoratori statunitensi spostare il grosso dei fondi verso investimenti cosidetti low risk. Questo però potrebbe essere un grande errore strategico, dato che vendendo e spostandosi su prodotti monetari (per esempio) significa concretizzare le perdite e perdere un possibile rimbalzo del mercato.

Secondo uno studio pubblicato dall’AARP, circa un lavoratore su cinque avrebbe interrotto il versamento verso i piani 401K. Secondo i consulenti finanziari americani, però, sospendere i versamenti in questo momento è la cosa più sbagliata da fare. I prezzi delle azioni sono così bassi che chiunque non sia prossimo alla pensione, dovrebbe investire in azioni.

Secondo i promotori statunitensi, infatti, chiunque abbia davanti ancora 15-20 anni di contributi dovrebbe investire in questo momento “sempre che tutto non finisca in un fallimento generale del mercato” spiega al Guardian Greg Womack, financial planner di Edmond, Oklaohma.

CALPERS PERDE SOLDI

Mentre i lavoratori statunitensi volano verso la liquidità, I problemi dei mercati mettono sotto pressione i grandi fondi pensione degli Stati Uniti. Il fondo pensione della California, Calpers, starebbe infatti chiudendo posizioni sul mercato azionario per far fronte ai propri impegni.

Il più grande fondo pensione degli Stati Uniti avrebbe riscontrato un calo delle masse pronunciato, passando da 240 miliardi di dollari di patrimonio (febbraio) agli attuali 190 miliardi.  Per frenare il crollo delle masse (che servono per pagare le pensioni dei lavoratori) il fondo starebbe pensando a chiedere un maggior contributo agli stessi lavoratori: attualmente i lavoratori contribuiscono con il 13% dello stipendio ma se le perdite dovessero proseguire, si potrebbe pensare ad un aumento dei contributi del 4%.

Qualsiasi decisione – spigano dal Calpers – verranno prese unicamente dopo la pubblicazione dei risultati del 2008 e comunque non avrebbero effetto prima del luglio 2010.

A conferma delle difficoltà che sta attraversando lo stato della costa ovest, l’appello lanciato a inizio mese dal Governatore dello stato, Arnold Schwarzenegger. L’ex attore infatti ha scritto personalmente al numero uno del Tesoro chiedendo una linea di credito per far fronte ai 7 miliardi di dollari di spese che la California deve sostenere entro la fine del mese. La questione si è risolta grazie all’intervento di investitori istituzionali che si sono fatti carico del prestito rilevando i diritti sui futuri ricavi dello stato californianiano.

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