G20: gli hedge si salvano ancora una volta

Si dichiarano soddisfatti i rappresentati della lobby dell’industria hedge, presenti al summit londinese.

Del resto tra le decisioni prese dal G20 gli hedge sono stati appena toccati nel testo finale dove compare un semplice cenno alla necessità di implementare la regolamentazione e il controllo su tutte le fonti di rischi sistemici:

“to extend regulation and oversight to all systemically important financial institutions, instruments and markets. This will include, for the first time, systemically important hedge funds

Andrew Baker, numero uno dell’AIMA, ha infatti spiegato che in tutta la crisi finanziaria i fondi hedge hanno avuto un ruolo marginale mentre ha espresso cautela circa la possibilità di regolare i fondi hedge alla stregua delle banche.

I leader del G20 hanno deciso di creare un nuovo  Financial Stability Board forte di un mandato ancora più ampio rispetto il Financial Stability Forum, che dovrebbe collaborare con il Fondo Monetario Internazionale e fornire indicazioni tempestive su rischi macro e finanziari, corredati con le necessarie misure da intraprendere.

I grandi della terra ‘promettono’ inoltre di estendere l’attuale regolamentazione in campo finanziario e controllare in modo sistematico tutte le più grandi istituzioni, strumenti finanziari e mercati “inclusi i fondi hedge”.

Il nuove impianto di regole dovrebbe prevenire inoltre l’eccessivo ricordo al leverage e maggior controllo nei casi in cui questo venga utilizzato.

Proprio su questo ultimo punto (leverage) Baker però ha avuto qualcosa da ridire: “Vogliamo sottolineare come nell’ultimo studio presentato da Lord Turner (nella foto), il ricorso al leverage da parte dei fondi hedge è risultato ben inferiore a quello utilizzato da banche, con un un livello di due/tre volte ogni dollaro per gli hedge, contro il rapporto di 1 a 50 per le banche”.

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