Hedge, obbligo di registrazione per chi investe nella UE

Dopo il G20 di Londra tutti si aspettavano qualcosa  sul fronte hedge, ma a parte riconoscere che gli hedge devono essere regolati ben poco è emerso dal summit londinese. Ora però una proposta (seria) sembra essere arrivata.

All’Unione Europea ora starebbero studiando il modo per chiedere più trasparenza ai quei fondi che investono il 15% del proprio portafoglio in azioni europee; a questi soggetti la UE potrà chiedere una reportistica sui rischi, informazioni sull’indebitamento e sull’attività di trading.

Una seconda proposta potrebbe essere quella di regolare l’industria dal punto di vista dimensionale o meglio: mettere sotto controllo tutti quei fondi che gestiscono più di 250 milioni di euro.

La misura si pensa verrà applicata anche ai fondi di private equity. Se questi numeri dovessero essere confermati, significa mettere sotto controllo circa il 76% degli asset dei fondi europei.

La ratio dell’idea è quella porre un freno al far west normativo che regola almeno una parte di questa industria; dall’altra parte si vuole andare a puntare il dito là dove i rischi sono troppo concentrati: una delle cause dei possibili rischi sistemici per il mercato e l’economia. In ‘cambio’ i gestori virtuosi che si allineeranno ai nuovi requisti potranno vendere i loro prodotti per tutta l’Europa.

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