Fondi hedge – per RAB Capital recupero difficile

Il fondo bandiera di Rab Capital, il RAB Capital Special Situations, ha chiuso i primi sei mesi dell’anno in calo del 5,5% contro il +9% messo a segno dalla media dei fondi hedge mondiali. Il dato non è confortante soprattutto dopo il -73% archiviato dal fondo nel 2008 cosa che ha portato le masse gestite a 500 milioni di sterline.
 
Per rimediare, il Ceo di RAB Capital, Philip Richard, ha addirittura lasciato il posto da numero uno per far ripartire le performance fondo, senza gradi risultati come si vede.

Oggi RAB gestisce 1,3 miliardi di dollari, un terzo rispetto al patrimonio di un anno fa, e nei primi mesi dell’anno la capogruppo finanziaria ha riportato una perdita di 2,1 milioni di dollari. Sembrano andare meglio gli altri fondi gestiti dalla società di gestione, come il fondo sulle energie che ha messo a segno un balzo del 55% nel solo 2009 ma con un patrimonio di dimensioni modeste.
 
Proseguono le difficoltà dell’industria hedge globale, inglese in particolare, problemi che si fanno sentire con vigore nella city londinese.

Secondo gli ultimi dati, le casse della città starebbero soffrendo il crollo delle entrate dovete al minor attività finanziaria di fondi e società specializzate. Nell’anno fiscale terminato lo scorso marzo, i gruppi finanziari hanno pagato complessivamente 32,5 miliardi di sterline di imposte contro i 67,8 miliardi di un anno prima.

Proprio il timore di un crac dell’erario britannico, avrebbe sostenuto la campagna inglese contro le recenti proposte di regolarizzare i fondi hedge avanzata dalla UE. Proposta che se dovesse andare in porto limiterebbe certamente il ruolo dei fondi esteri attivi in Europa, e imporrebbe un sicuro giro di vite a tutta l’industria alternativa che trova in Londra la propria capitale europea. Una situazione che a Downing Street stanno valutando bene, soprattutto considerando che in tempi pre crisi la finanza era resposanbile del 14% di tutte la tasse pagate nel Regno Unito.

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