Real Estate – Istituzionali sempre più attratti dall'immobiliare

Investitori istituzionali sempre più orientati verso il mondo immobiliare. Secondo l’indagine European Institutional Asset Management Survey (EIAMS) del 2009 condotta da Invesco in collaborazione con IPE (Investment & Pensions Europe) mostra che gli istituzionali hanno decisamente abbandonato gli investimenti azionari e i prodotti alternativi come hedge fund e private equity per indirizzarsi verso porti più sicuri.

In particolare l’indagine EIAMS 2009 evidenzia una decisa predilezione a investire in Europa e soprattutto la continua ridefinizione degli orizzonti di investimento favorisce in particolare gli asset interni, anche perché gli investitori sono impegnati nel ripristinare il valore dei portafoglio.

Analizzando l’invesimento complessivo emerge che l’ammontare investito nel settore immobiliare pari al 5% del portafoglio non ha subito variazioni rispetto all’anno precedente, anche se molti investitori hanno manifestato un interesse per aumentare l’esposizione sul real estate. Il settore del real estate è infatti considerato come uno dei principlai driver del rendimento assoluto: oltre il 15% degli investitori guarda ad esso, infatti, alla ricerca di total return.

E i paesi ove l’investimento nel settore immobiliare è già popolare come la Svizzera (16%), Gran Bretagna e Irlanda (8%) si sono visti affiancare da paesi come il Benelux e Francia che hanno iniziato ad aumentare la propria esposizione sul settore passando rispettivamente da investimenti dell’8 al 9% per il Benelux nel corso del 2008 e dal 2 al 4% per la Francia nel corso del 2008.

«Con il diradarsi del polverone sollevato dallo sconquasso dei mercati si sta delineando un’immagine più chiara del posizionamento dei fondi pensione e degli altri portafogli istituzionali europei – ha affermato Yves Van Langenhove, responsabile Institutional Business Benelux & Nordics di Invesco. «Tutti i fondi si sono dovuti piegare ai forti venti che hanno spazzato i mercati, e le scelte di investimento che ne
sono derivate non rispecchiano tanto il risultato della prescienza e dei desideri degli investitori, quanto piuttosto l’allocazione
imposta dai mercati».

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