Hedge scommettono sul default della Grecia

Anche gli hedge fund senza un’esposizione diretta alla Grecia hanno isolato i propri portafogli dai danni indiretti sui mercati valutari e del credito.
“C’è molta attenzione sul rischio sovrano, abbiamo un  cliente che ci appena chiamato in proposito”, ha commentato in  forma anonima un manager di un prime broker.
I numeri forniti da Data Explorers questa settimana evidenziano un aumento delle posizioni corte  sull’obbligazionario sovrano greco. Per poter vendere allo  scoperto, un fondo deve prendere a prestito un titolo in cambio  di una commissione e venderlo sul mercato, sperando di poterlo  comprare più avanti a un prezzo inferiore e restituirlo al  proprietario originale, intascando la plusvalenza.
Le posizioni corte, misurate come proporzione dei titoli  effettivamente presi a prestito su quelli complessivamente disponibili, sono oggi al 9,82%, dal 9,58% a fine gennaio e dall’8,24% a fine dicembre.

La tendenza sembra indicare che i fondi hanno direttamente scelto di andare corti o che hanno acquistato credit default swaps, che pagano in caso di default dell’emittente a cui si  riferiscono, dalle banche. Ma può essere anche un riflesso della diminuzione della dimensione complessiva dei titoli  “prestabili”, causata a sua volta dal fatto che gli investitori  hanno già venduto.
Il rendimento del benchmark decennale di Atene è salito al  6,5% dal 5,8% alla fine di dicembre. Era al 5% alla fine di  novembre.
C’è tuttavia una certa evidenza empirica di fondi che hanno  preferito disfarsi dei credit default swaps dopo che questi  hanno registrato un consistente balzo in avanti, in modo da  monetizzare i guadagni.

“C’è un gruppo, probabilmente di hedge fund, che ha comprato i Cds quando scambiavano ancora a prezzi moderati, poi sono  esplosi e allora li hanno venduti”, ha detto David Carruthers di Data Explorers.
Resta comunque consistente il numero dei fondi che si stanno  cautelando nei confronti dell’euro, soprattutto fra quelli che hanno esposizione diretta o indiretta alla moneta unica, che  scambia ai minimi di nove mesi nei confronti del dollaro.
“Alcuni dei nostri clienti equity stanno proteggendosi  dall’euro al momento”, conferma Nick Roe, global head of prime finance di Citigroup.

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