Immobiliare, l’Europa stenta a ripartire

Si avvicina la ripresa per il mercato immobiliare, ma l’Europa resta in stand-by. In generale, infatti, secondo le previsioni di Aviva Investors, quest’anno e nel 2010 la crescita europea sarà inferiore alla media. La ripresa sarà infatti essenzialmente guidata dall’Asia e dagli Stati Uniti.

Questo perché nel terzo trimestre 2009 la zona euro è tornata a crescere, mentre il Regno Unito è tornato a crescere con un modesto +0,1% solo nell’ultimo trimestre 2009, guadagnandosi il titolo di ultima economia del G7 a uscire dalla recessione. La ripresa sarà tuttavia graduale e passibile di ritardi. Anche se alcuni indicatori, come l’indice EC Economic Sentiment, continuano a suggerire prospettive in crescita, pochi commentatori parlano di ripresa rapida. L’impeto della ripresa sta tuttavia diminuendo man mano che l’approvvigionamento delle scorte rallenta. La domanda domestica rimane debole in tutti i mercati europei e la ripresa dipende ampiamente dalle esportazioni e quindi dal risveglio dell’economia globale. Le economie per cui si prevede il rendimento più forte sono generalmente quelle prive di livelli eccessivi di debito da parte delle famiglie, come Germania e Francia. In quanto economie aperte e dipendenti dalle esportazioni, anche Svezia e Finlandia sono ben posizionate per crescere stabilmente man mano che la domanda globale si riprende con la Svezia aiutata dalla svalutazione della corona.

 

E entrando nel dettaglio del mercato immobiliare, anche lì si intravedono segnali di miglioramento. Primo fra tutti la ripresa della domanda. Gli investitori si stanno rivolgendo, infatti, al settore immobiliare in un momento in cui liquidità e obbligazioni offrono rendimenti molto bassi ed è aumentato il prezzo di altri asset rischiosi come azioni e corporate bond. Secondo CB Richard Ellis, l’attività nel mercato degli immobili commerciali europei ha raggiunto i 25,7 miliardi di euro nel quarto trimestre 2009 (il più alto risultato trimestrale dal crack Lehman) e un incremento del 42% rispetto al terzo trimestre 2009. La domanda si è consolidata soprattutto in quei mercati che hanno subito un processo di re-pricing rapido e trasparente, soprattutto il Regno Unito. L’ultimo trimestre dell’anno ha visto un aumento nelle attività degli investitori in quasi tutti i mercati. Nel secondo semestre 2009, Germania e Francia, due delle principali economie europee, hanno registrato attività di investimento due volte quelle registrate nella prima parte dell’anno.

 

A livello di outlook la società di gestione ritiene che uno strumento come i REIT Europei possano rappresentare una tema di investimento abbastanza interessante per l’anno che verrà. Mentre i prezzi delle azioni hanno subito un rimbalzo dai valori minimi di marzo 2009, i fondamentali di settore sono rimasti solidi perché i valori del mercato immobiliare hanno iniziato a recuperare e le condizioni del mercato del credito sono di gran lunga migliorate rispetto a un anno fa. 

Dal punto di vista strategico per la società è fondamentale scegliere i sottostanti dei REIT e abbiamo voluto costruire il nostro portafoglio su società con cash flow di alta qualità che saranno ben posizionate per affrontare questi rischi e beneficiare di trend ciclici in miglioramento. Per il gestore il settore propende più al rialzo che al ribasso. «Ci aspettiamo che il protrarsi di un contesto caratterizzato da tassi di interesse bassi e un livello significativo di liquidità continuerà a supportare i valori immobiliare per qualche tempo. Tassi privi di rischio depressi e rendimenti da altre asset class molto bassi continueranno a rendere attraenti i rendimenti immobiliari e i dividend yields dei REIT» si legge nel report. Infine, «vediamo opportunità di crescita reali per il settore REIT dal momento che le banche e gli investitori privati cercano partner per risolvere i loro problemi sui prestiti commerciali immobiliari».

 

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!