Gli hedge ritrovano la raccolta, ma l’ultimo anno rimane rosso

di Edoardo Romano

Parlare della salute o meno di un settore non è mai facile. È rischioso dettare sentenze istantanee servendosi di dati in continuo divenire (anche nel mentre della stesura di un articolo). La cosa diventa tanto più complessa quanto più i numeri in esame appaiono contrastanti.
È questo il caso del mondo degli hedge funds, a margine della presentazione dell’indagine Lipper relativa all’andamento dell’industria nell’ultimo trimestre del 2009. Procediamo quindi per gradi, andando a elencare ciò che è emerso dalla stessa.
Il terzo trimestre aveva lasciato un’eredità negativa di 6,16 miliardi di dollari, l’87% in più di quanto fatto nel secondo periodo dell’anno. Ebbene, nell’ultima parte del 2009 lo scenario cambia in maniera decisa, ricalcando un trend di ripresa già accennato in precedenza; gli afflussi relativi raggiungono quota 7,5 miliardi di dollari, con un incremento di risultato pari al 222% percento circa. Questa affermazione, unita alla positiva performance media complessiva del settore, pari al 3,14%, porta il valore totale del patrimonio gestito dell’industria a circa 1.340 miliardi di dollari.
Sulla base di questa prima analisi, il lettore potrebbe affrettatamente schierarsi tra coloro che valutano come positivo l’attuale momento dei fondi a gestione alternativa; se però ampliamo il raggio della nostra analisi, i dati che emergono ci fanno ripiombare in una realtà che si allontana parecchio dall’archetipo della calma piatta. Già perché nonostante quanto ribadito in precedenza, nel 2009, considerando l’arco temporale gennaio-dicembre, il settore ha perso un numero rilevante di denaro, con riscatti che sono andati a toccare quota 160,11 miliardi di dollari; numeri che lasciano poco spazio alle interpretazioni, considerando i 158,91 miliardi in meno del 2008 e i 114,9 miliardi di afflussi del 2007. Deflussi che sono andati indiscriminatamente a colpire tutte le categorie di fondi in esame, dai fixed income arbitrage ai managed futures, passando per i global macro e i long/short equity, per una cosistenza pari al 13,24% del patrimonio a inizio anno. Ma entriamo ora nel merito delle singole categorie.
Il comparto che ha maggiormente sofferto nel 2009, compreso l’ultimo trimestre (con un risultato negativo pari a 6,32 miliardi di dollari), è stato quello dei multi-strategies, con 73,03 miliardi di dollari in uscita, quasi la metà di quanto fatto registrare dall’industria nel suo complesso.
L’articolo completo lo puoi trovare su Soldi,
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