Immobiliare: Henderson GI, investire in modo difensivo nel retail in Europa

Henderson Global Investors conferma la propria view all’insegna della prudenza sul mercato immobiliare in Europa, introducendo per il 2012 una distinzione tra uno scenario di crescita debole/recessione per i paesi core e uno scenario di crisi delle banche con default o profonda recessione. Nello specifico la società fissa all’80% la probabilità di una crescita debole nei paesi core/leggera recessione nei paesi periferici e al 20% la probabilità di uno scenario recessivo più duro nel quale i rendimenti prime nei paesi periferici vengano lasciati strutturalmente più elevati.

“Le strategie di acquisizione core in questo clima di incertezza devono necessariamente mantenere una certa flessibilità per assorbire le oscillazioni della bilancia del rischio”, ha commentato Stefan Wundrak, Director of Research per Henderson Property. “E’ probabile che gli investitori accetteranno ritorni più bassi provenienti da mercati centrali percepiti come “beni rifugio” e i rendimenti prime potrebbero virare ancora più verso il basso. Per avere accesso a prime asset che generino rendimenti relativamente maggiori, gli investitori potrebbero preferire paesi periferici specifici, che essi ritengono sopravviveranno alla probabile ristrutturazione del blocco Euro. Italia e Spagna potrebbero quindi rimanere sotto i riflettori, a spese di Portogallo e Grecia”.

Mentre Andy Schofield, Director of Research per Henderson Property consiglia di “investire in modo difensivo nel retail piuttosto che nel mercato degli uffici caratterizzato da elevata volatiliàt, e di indirizzarsi verso asset che sono all’interno di patrimoni di investitori interni, in particolare cittadini privati o imprese famigliari che hanno un approccio al mercato immobiliare più orientato al lungo termine”: questa potrebbe essere – secondo l’esperto – “la migliore strategia da qui in avanti, dal momento che questo tipo di investitori limitano l’impatto di qualsiasi correzione di prezzo. Tenendo a mente questi avvertimenti, un rapporto 80:20 tra paesi core e periferici sembra essere attualmente la soluzione più appropriata. Nei prossimi due anni ci aspetta un percorso non facile e la nostra raccomandazione è di essere prudenti”. 

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