Fondi hedge- GLG vuole tagliare i costi

Per questo, GLG Partners ha detto di volere ridurre il personale ma contestualmente di cogliere qualsiasi opportunità che si presenti sul mercato per accaparrarsi i migliori talenti.

Il mondo degli investimenti, e degli hedge in particolare, è infatti basato tutto sulle persone e sulle loro capacità di generare performance. Quando questo non avviene il dipendente deve comunque essere incentivato a rimanere nella società anche a costo di rimetterci: “dobbiamo cercare di mantenere i nostri migliori professionisti anche nei periodi difficili, per questo dobbiamo riconoscere loro larghe somme di denaro anche se le performance fee che incassiamo sono basse o del tutto assenti” scrive la società nell’ultimo report trimestrale.

Questa settimana il gruppo GLG Partners ha detto che le masse gestite sono scese da 23,7 miliardi a 17,3 miliardi alla fine di settembre: un calo tanto esteso delle masse è stato accompagnato da una flessione dei profitti (i fondi hedge infatti guadagno sulle masse gestite e sulle commissioni di performance). Nell’ultimo trimestre però di commissioni di performance se ne sono viste davvero poche visto che nel terzo trimestre l’utile netto della società è sceso a 21,8 milioni di dollari, in calo del 25% rispetto il dato scorso anno.

Ma il problema dei costi non appartiene solo ai fondi hedge: anche le case tradizionali di gestione hanno messo mano ai licenziamenti. Schroders, Henderson, Legg Mason e Fidelity hanno già cominciato a ridurre il personale.

Il money manager Janus Capital Group ha detto che verranno eliminati 115 posti di lavoro come conseguenza del piano di riduzione dei costi già annunciato, valore che corrisponde al 9% della forza lavoro totale, ed effettuando il più grande taglio dal 2001. Anche AllianceBernstein Holding ha detto di volere ‘mettere mano’ al personale, senza però specificare l‘entità dei tagli.

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