Private Equity – i risultati spingono gli investitori verso le uscite

MEGA DEAL

L’industria, che ha raggiunto il suo picco alla fine della primavera del 2007, ha davanti uno scenario disastroso con alcune mega operazioni costruite tutte in leva e basate su una crescita continua del settore  e dell’economia in generale. Ora che le previsioni per l’economia del 2009 sono grigie per non dire nere, tutte le grandi operazioni dei passati due anni vengono passate al setaccio e svalutate.

AUTO

Basti pensare al fondo Cerberus che nel maggio del 2007 rilevò Chrysler, dal gruppo DaimlerChrysler. Chrysler, unita al gruppo tedesco con un’operazione allora di grande effetto nel 1998, è stata alla fine venduta a Cerberus Capital Management, già legata al mondo automobilistico come braccio finanziario di GM, e che ora annovera tra i consulenti niente meno che Wolfgang Bernhard, responsabile in passato sia di Chrysler che di Volkswagen. L’operazione costò a Cerberus  5,5 miliardi di euro per l’80,1% della futura nuova società Chrysler Holding, di cui la stessa Daimler mantiene il 19,9%: la holding controlla il 100% di Chrysler Corporation, destinata a vendere e produrre i veicoli Chrysler, Dodge e Jeep, e di Chrysler Financial Services. Grazie all’elevato standing del gruppo Cerberus molto clienti però sembrano proponesi ad accettare il momentaneo sconto sul NAV aspettando tempi migliori.

GIOCHI D’AZZARDO

Un po’ meglio vanno le cose per TPG altro gigante dell’LBO le cui quotazioni sul mercato secondario si aggirano intorno al 45% del n nominale.  In questo caso a pesare sulle prospettive future del gruppo l’acquisto da parte di Apollo e TPG di Harrah’s Enterteinment tramite un’operazione tutta cash da 28 miliardi di dollari. L’operazione risale addirittura al settembre 2006 ma i risultati sembrano ancora tutti da dimostrare. A riprova delle poche speranze per queste operazioni, Blackstone, altro gigante dell’LBO quotato alla Borsa di New York, ha comprato una quota di Harrah’s da Apollo e successivamente l’ha svalutata a zero.

ENERGIA

Ma le maxi operazioni degli anni scorsi sono moltissime: come dimenticare il megadeal che ha visto protagonisti da una parte TPG e KKR e dall’altra l’utiliy TXU?  Nel febbraio del 2007 un pool di investitori, capeggiati da Kohlberg Kravis Roberts & Co. e Texas Pacific Group, rilevò la compagnia energetica di Dallas TXU Energy in un’operazione valutata 45 miliardi di dollari (a quell’epoca la più grande operazione mai portata a termine). Dell’operazione facevano parte anche GS Capital Partners, Lehman Brothers, Citigroup e Morgan Stanley: di questi quattro nomi i primi due non esistono più mentre gli ultimi due non se la passano certo bene.

ITALIA

In definitiva tempi duri anche il private equity che rischia di non trovare più le risorse per crescere mentre gli investitori preferiscono comprare quote dei fondi (a sconto) sul mercato secondario piuttosto che entrare dalla porta principale.  Per ora resiste il mercato italiano, caratterizzato storicamente da operazioni di misura inferiore, ma che continua a manifestare una buona tenuta nonostante la crisi. Secondo i dati pubblicati dall’AIFI, relativi al primo semestre del 2008, il mercato italiano del private equity e venture capital italiano ha fatto registrare 170 nuove operazioni di investimento, per un controvalore complessivo pari a 2.772 milioni di euro. Si tratta di valori mai raggiunti dal mercato italiano nei semestri passati, corrispondenti a una crescita del 45% in termini di volumi e dell’11% in termini di numero di investimenti.

Come di consueto a trainare il mercato del private equity e venture capital italiano sono state le operazioni di buyout (acquisizioni di quote di maggioranza o totalitarie) che, con 1.220 milioni di Euro investiti, hanno rappresentato il 44% del totale. In aumento anche il numero di tali operazioni, passate dalle 42 del primo semestre dell’anno passato alle 49 di quest’anno.

 

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