Usa, nuovi ritardi per il piano salvabanche

Dovrebbe slittare di qualche giorno l’annuncio relativo al nuovo piano di salvataggio al settore bancario, la cui diffusione era prevista inizialmente per la giornata odierna. Ufficialmente i ritardi sono dovuti all’approvazione del pacchetto di stimoli fiscali parte del senato, in realtà resta ancora da definire il punto chiave, ovvero la gestione degli asset tossici.
 
Alcuni aspetti del piano sono comunque stati fissati, tra questi rientrano una nuova iniezione di capitale negli istituti maggiormente bisognosi di liquidità, secondo quelli indicati dall’autorità di vigilanza statunitense, e l’allocazione di parte dei fondi all’economia reale, attraverso prestiti a piccole e medie aziende, così come mutui ipotecari per sostenere il mercato immobiliare.
 
Ancora in sospeso quindi la gestione degli asset tossici in bilancio degli istituti, per i quali sembrava ormai certa la creazione di una bad bank, sotto la guida della [a]Federal Deposit Insurance Corporation[/a], progetto che tuttavia sembra trovare crescenti difficoltà, per l’impossibilità di definire un prezzo equo per la cessione degli asset illiquidi. Venerdì scorso erano trapelate indiscrezioni sulla possibilità di lasciare gli asset tossici in mano alle banche e di definire i nuovi aiuti come semplici iniezioni di capitale, attraverso l’acquisto di azioni privilegiate, sulla falsa riga di quanto già fatto dall’amministrazione repubblicana.

Subito il Fondo Monetario Internazionale ha commentato con sfavore l’ipotesi trapelata, ritenendo che solo la creazione di una bad bank possa rappresentare una soluzione definitiva, in quanto realmente capace di fare pulizia nei bilanci bancari e ripristinare la fiducia negli investitori.
Al contrario, il finanziere George Soros, vicino al presidente Obama, dalle pagine del Wall Street Journal attacca il progetto della bad bank, in quanto permetterebbe agli istituti di lucrare eccessivamente nel conferimento degli asset tossici, causando un ulteriore aumento del malcontento nell’opinione pubblica, che impedirebbe per sempre eventuali aiuti del settore pubblico all’economia.

A ulteriore conferma dello stato di tensione e urgenza che circonda la preparazione del piano di aiuti, nel week-end, l’American Bankers Association, attraverso il vice direttore generale Wayne Abernathy, ha dichiarato che qualora l’amministrazione democratica non sia in grado di preparare nei prossimi giorni, un pacchetto dettagliato e definitivo, vi sarà un ulteriore congelamento del mercato del credito, con pesanti ripercussioni sul sistema finanziario.

In mancanza di colpi di scena dell’ultimo minuto, il segretario del tesoro [p]Timothy Geithner[/p] dovrebbe presentare domani alle 11.00 il piano di aiuti.

I future americani hanno mal reagito alla notizia, con un calo di oltre un punto percentuale, dopo la buona chiusura di venerdì. 

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