Euro, declino strutturale ?

Abbiamo la netta sensazione, in questa fase storica del mercato, di essere come un sughero in mezzo al mare, dapprima in tempesta, ora agitato anche se più tranquillo di qualche settimana orsono. Ma la sensazione rimane ed è forte, non si hanno certezze sui trend di mercato, su quello che accadrà domani, e non solo a livello macro (le decisioni delle Banche Centrali, così come i vari piani di salvataggio, vengono cambiati talmente tanto spesso da suscitare inquietudine negli investitori), ma anche a livello di trend di mercato. C’è ad esempio molta attesa per la presentazione di un ulteriore piano dell’amministrazione Obama per far fronte al forte incremento dei pignoramenti. Tale piano contemplerebbe la riduzione delle rate mediante taglio della quota interessi e forse anche di quella capitale, con onere in parte a carico dello Stato. Sarebbero infatti presenti una serie di norme per consentire una più agevole rinegoziazione dei termini dei mutui. Il piano stesso potrebbe essere presentato il prossimo mercoledì. In attesa le principali banche Usa e le due principali agenzie sui mutui hanno sospeso i pignoramenti fino agli inizi di marzo.  A livello di rapporti valutari, il dollaro continua a salire, soprattutto contro l’Euro che paga il fatto che gli investitori cominciano ad avere scarsa fiducia, e anche qualche timore, verso l’Europa e la sua incapacità nel dare risposte alla crisi. Trichet continua oggi a ripetere che la crisi si aggrava, ma non più tardi di 6 mesi fa diceva che l’Europa cresceva ad un ritmo sostenibile. Il problema sta nell’impossibilità da parte della Bce di risolvere da sola i problemi in quanto le politiche , al di la di quella monetaria, sono in mano ai vari Governi Nazionali sui quali la stessa Bce non ha potere. Questo è il limite dell’Europa e c’è il rischio che, perlomeno in questa fase, la sfiducia aumenti.

Tecnicamente la violazione del supporto dato dalla trendline rialzista che congiungeva i minimi precedenti crescenti è stata violata nella notte e il mercato potrebbe accelerare a questo punto verso 1.2545 e 1.2410. Una discesa costante e lenta, probabilmente accettata di buon grado dalle autorità europee che sanno che il problema dei tassi di cambio è importante e non si può portare la croce per troppi anni.

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