Lo Yo Yo nei cambi

Tutto e il contrario di tutto. Non si passa giorno in cui non si rischia di essere clamorosamente smentiti dalle price action di mercato. Navighiamo in queste acque del forex da tanti anni,  ma raramente siamo stati colti di sorpresa come negli ultimi tempi da venti e mareggiate che hanno spesso cambiato direzione.
Prima da Nord e poi da Sud, con le nostre previsioni spesso smentite dai fatti e da improvvisi cambiamenti di vento e onde. Molto difficile navigare in questi mari agitati, tempestosi oseremmo dire, non sapendo peraltro neppure immaginare quando tornerà il bel tempo.
Le ultime notizie dalle capitanerie di porto ci dicono che è probabile che alcuni Istituti di Credito americani verranno nazionalizzati a breve, CitIbank e Bank of America per citare due casi, con una percentuale che lo Stato potrebbe acquisire intorno al 40%. Se bastasse questo a far tornare un poco di sereno, saremmo ben lieti che ciò avvenisse, ma dubitiamo francamente che possa bastare.
L’incontro di Berlino, che sembrava aver ridato vigore alla moneta unica, non ha, in buona sostanza, prodotto alcun risultato concreto per cui è bastata una seduta, quella di ieri, per annullare tutti i guadagni realizzati venerdì sera della scorsa settimana. A questo punto occorre domandarsi quanto potrà perdurare questa situazione di incertezza, ma ci risulta realmente difficile fare previsioni di breve periodo.
Tra l’altro rispetto a qualche giorno fa sale il dollaro come moneta rifugio ma non sale lo yen e neppure se vogliamo il franco svizzero, per cui anche questa correlazione sembra andata a farsi benedire.
Anche le valute legate alla commodities, che avevano dato qualche segnale di aumento dell’appetito al rischio, sono ripiombate nella depressione del periodo pre-natalizio. Le valute emergenti, anch’esse dopo qualche giorno di respiro, hanno subito l’ennesima ricaduta (lira turca e rand sudafricano).
Insomma tutti sulla stessa barca ad ondeggiare con le onde tumultuose del mare in tempesta, con poche speranze, almeno per ora di riprendere la rotta verso lidi più sicuri e verso il bel tempo.

Tecnicamente l’Euro è tornato sotto pressione e non riesce a risollevare la testa. Per il momento quindi restano intatti gli obiettivi di doppio minimo in area 1.2380 anche se per ora il supporto di 1.2500 ha tenuto egregiamente. Solo il superamento della mm 21 su base sostenuta (cioè giornaliera) potrebbe far pensare all’inizio di una correzione significativa. Il fallimento di ieri dovrebbe riproporre il tema dominante dell’avversione al rischio, soprattutto se i mercati azionari continueranno a performare in questo modo.
Continua imperterrita la discesa dello Yen, in contrasto con la salita del dollaro.

Il quadro tecnico ci ha mostrato la possibilità di acquistarli per una chiara configurazione S1 (per coloro che conoscono le nostre metodologie) ma per il momento la debolezza dello Yen la fa da padrona e nonostante si rimanga in set up ribassista, si deve fare attenzione alla violazione di 95.60
Certamente una correzione sembrerebbe dovuta, ma sappiamo, in base a quanto visto in passato, che quando lo Yen comincia a muoversi in una direzione, cambiarne il trend diventa assai difficile.
E’ chiara la volontà giapponese di indebolire il cambio dai livelli attuali visti gli effetti devastanti sull’economia, ma lo stesso discorso si potrebbe fare per molte valute, quasi tutte.

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