Obama & Wall Street, un amore difficile

I mercati finanziari sembrano non stiano reagendo ai numerosi piani di rilancio presentati da Obama, perchè?

Il Presidente Obama ha deciso di utilizzare una strategia diversa dal suo predecessore per comunicare con i mercati. Con l’approvazione dei suoi massimi consiglieri, Larry Summers e il Segretario al tesoro Tim Geithnerr, Obama crede che sia più importane disegnare e implementare un piano di rilancio economico soddisfacente più che ‘soddisfare’ le richieste di breve dei mercati. In pratica invece di esserci una chiara spiegazione su come e quando il Presidente affronterà problemi, ci sono molti dubbie e domande che hanno lasciato i mercati giustamente spaesati.

Ma dopo l’approvazione del mega piano di rilancio economico, perchè ancora tanta incertezza?

I mercati sono nervosi per i problemi nel settore auto, per il colosso assicurativo AIG e le banche. Il Presidente ha presentato un progetto chiaro, di stampo keynesiano, che prevede di stimolare l’economia per due o tre anni e dopo cominciare ad alzare le tasse per finanziare la maggior spesa pubblica. Meno certa è la risposta sul fronte dell’industria dell’auto, assicurazioni (AIG) e per le banche, dove il Presidente sembra approvare le continue iniezioni di liquidità senza una chiara strategia.

Ma allora dove sbaglia l’amministrazione Obama?

Invece di mandare Geithner allo sbaraglio, presentando un piano non definitivo, avrebbero dovuto attendere di avere tutto il quadro della situazione prima di agire. Ma Obama crede che questa strategia possa comunque funzionare, e che i mercati (così come i Repubblicani più scettici) possano un giorno capirlo e appoggiarlo.

Fino a quando Obama potrà ignorare i segnali che arrivano dai mercati (ieri l’indice DJIA è tornato ai livelli di maggio 1997)?

Il problema che Obama (e la sua strategia stanno affrontando) è che quando i mercati scendono, segnando ogni giorno nuovi minimi, significa che i problemi che l’amministrazione tenta di risolvere peggiorano sempre di più. Credo però che quando il l’indice Dow (ora a 6.700 punti) scenderà a livelli intorno ai 6.000 punti o peggio, il modus operandi di Washington dovrà cambiare.

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