RBNZ taglia al 3%

Viviamo ancora giornate interlocutorie sul mercato dei cambi, sostanzialmente caratterizzate da movimenti bilaterali che danno la sensazione, a chi non è addetto ai lavori, che non stia succedendo nulla di nulla.
Ed invece questi trading range restano comunque assai volatili, intensi perchè la volatilità fa trasparire una voglia di trend, una ricerca spasmodica di direzionalità che invece viene puntualmente smentita.
Nelle ultime due sedute avevamo segnalato uno stravolgimento delle correlazioni, con la seduta europea che vendeva dollari in concomitanza della ripresa dei mercati azionari (in linea con gli andamenti dell’ultimo periodo in cui la forza del dollaro come valuta rifugio emergeva soprattutto con la caduta delle borse e viceversa), mentre quella americana aveva smentito questo tipo di correlazione facendo esattamente il contrario. Per tale ragione abbiamo visto salire Eurusd in mattinata e scendere nel pomeriggio ed in serata.
Ieri, dopo l’ennesima mattina in cui la seduta europea aveva venduto dollari, gli americani si sono finalmente adeguati, seguendo la corrente e adeguandosi all’andamento. L’euro si è ripreso, i mercati sembrano essersi almeno per il momento calmati. Ma non possiamo illuderci. A livello macro i problemi restano enormi e non è certo una rondine a fare primavera. Qualche analista importante dice che sta per esplodere la bolla delle carte di credito, che avrebbe enorme ricaduta sull’economia reale che già vede nero.
Oggi per esempio assisteremo alla pubblicazione della revisione del Pil Giapponese che su base trimestrale potrebbe essere rivisto al ribasso dal dato precedente di -12.7% al 14.8% con un consensus di -13.4%.
Dati che fanno venire i brividi, come quello tedesco degli ordini industriali tedeschi, scesi su base annua del 37.2% rispetto al dato precedente che si era attestato a -25.4%.
Insomma c’è poco su cui scherzare, almeno a livello di economia reale, ma certamente il sistema deve porre dei correttivi, ed è per questo che il Segretario al Tesoro Geithner continua a sostenere la necessità di richiamare i paesi del G20 a creare stimoli fiscali e incrementare le risorse straordinarie del Fondo Monetario Internazionale. Altra notizia da segnalare è il taglio dei tassi da parte della RBNZ che li ha portati al 3% dal 3.50%. Una manovra ampiamente prevista, anche se pensiamo che sia uno degli ultimi tagli da parte della Banca Centrale Neozelandese. Ricordiamo che neppure un anno fa i tassi erano all’8.50%!

NzdUsd- grafico daily

 

Il grafico di NzdUsd evidenzia ora la presenza di divergenze rialziste interessanti. Come avevamo detto qualche tempo orsono, la crisi delle valute legate alle commoditites, precedentemente caratterizzate dal fatto di essere valute ad alti tassi, sarebbe finita quando avremmo visto le Banche Centrali di questi paesi tagliare i tassi fino al punto in cui avrebbero dichiarato che questo taglio sarebbe stato uno degli ultimi. Ebbene siamo arrivati a questo punto ed ora le  nostre previsioni sono per un nuovo rafforzamento, anche se lento e intervallato da ricadute, di queste valute, proprio perché le aspettative del mercato cambieranno e si sposteranno verso un nuovo allargamento della forbice tassi che avverrà in futuro, non certo oggi, ma il mercato anticipa sempre e ci sembrerebbe un delitto perdere una occasione del genere.

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