Trattasi di fuga di dati. Quel che il gergo comune è solito definire come “sputtanamento”. Ecco perché i social network fanno paura a molte società. Non è tanto il tempo perso a connettersi ai vari Facebook e co. (chi è senza colpe scagli la prima pietra), bensì il rischio che dipendenti rivelino costantemente le informazioni connesse alla propria azienda, accennando magari agli sforzi per mantenere un cliente, l’ambiente di lavoro non ideale e/o rumors interni non propriamente politically correct.
In risposta a queste rinnovate esigente, Aladdin Knowledge Systems, società leader nel settore della sicurezza dei dati, ha messo a punto una nuova tecnologia di autenticazione per protegge i dati e le applicazioni aziendali più importanti. Si chiama Aladdin eSafe AppliFilter e consente alle aziende di controllare alcune funzionalità potenzialmente rischiose senza necessariamente dover vietare tout-court l’utilizzo delle reti sociali sui luoghi di lavoro. Tra le funzionalità più rischiose c’è, ad esempio, il “Trova amici” di Facebook che nasconde il rischio di autorizzare contatti che si rivelano false identità portatrici di virus o malware. O ancora l’applicazione “Huddle Workspace” di Linkedin, che mette a disposizione un desktop su cui lavorare da diverse postazioni dislocate in luoghi differenti.
Pur essendo del tutto giustificata, trattasi comunque di censura. I social network sono essenzialmente un canale di sfogo delle proprie frustrazioni e di espressione delle proprie passioni. Dato che tra le passioni di una persona molto spesso troviamo lo sfogo delle proprie frustrazioni, viene da chiedersi se andando di questo passo, l’essere presenti sugli stessi network perda di significato. Ah già dimenticavo.. grazie al cielo nessuno andrà a toccare le foto in costume delle nostre conoscenti. Il motivo principale di adesione maschile a Facebook è salvo, per fortuna.