Pareri contrastanti sulla crisi, valute altalenanti

L’appetito al rischio sta aumentando di giorno in giorno, e sono molteplici i segnali che lo confermano.
Migliorano infatti i bilanci degli Istituti coinvolti nella crisi. Il G20 prosegue nella sua volontà di mantenere aperti gli stimoli fiscali. Il fondo Monetario raddoppierà gli aiuti rispetto a quanto inizialmente previsto, con un miglioramento evidente del sentiment dei mercati emergenti. Gli approcci di politica monetaria espansiva da parte della Boe e della Snb sono stati attivati.
Inoltre, a confermare queste sensazioni, sono usciti dei dati, nelle ultime ore, che lasciano ben sperare per il prossimo futuro. Ci riferiamo infatti ai dati sul mercato immobiliare Usa (Housing Starts, ovvero i nuovi cantieri) del mese di febbraio in salita del 22% a 583 mila cantieri rispetto al minimo visto nel mese precedente a 477 mila. Gli analisti sostengono che al di la di ricadute, sempre possibili dopo un periodo come quello appena vissuto, il bottom forse è stato visto.

Dal vecchio continente poi lo Zew ha mostrato una ripresa benaugurante (-3.5 contro un consensus a -7.4) anche se la maggior parte degli economisti per l’Europa prevede ancora una fase recessiva prima di un recupero che sarà più lento di quello Usa. Il problema Americano, quando si sarà usciti dalla crisi, sarà quello del deficit di bilancio, che potrebbe pesare sul dollaro, e della diversificazione delle riserve valutarie da parte dei grandi detentori di Treasuries, ovvero Le Banche Centrali Cinese e Giapponese.

Ma per il momento c’è voglia da parte di tutti, di combattere la deflazione e la crisi e le manovre in atto sono e vanno proprio in questa direzione. Se l’inflazione dovesse riprendere a salire, molti grideranno al successo delle politiche monetarie delle Banche Centrali, ma ci sono, in tal senso anche critiche feroci da parte di autorevoli personaggi. Uno di questi è Jim Rogers , autore di libri di successo e noto investitore oltre che Presidente della Rogers Holdings, il quale ha affermato che “ Gli Stati Uniti stanno prelevando assets da persone competenti per darli a persone incompetenti”. “Questa si chiama cattiva economia” avrebbe detto. Secondo Rogers Il governo statunitense dovrebbe lasciare fallire il colosso assicurativo American International Group, la cui perdita nel quarto trimestre e’ stata la peggiore nella storia americana, ha detto Rogers nel corso di un’intervista concessa martedi’. A ottobre il Congresso ha approvato un pacchetto di misure da $700 miliardi per salvare le banche in crisi, e l’amministrazione del presidente Barack Obama ha lasciato intendere che potrebbero servire altri 750 miliardi. Secondo Rogers gli States stanno ripetendo gli errori giapponesi del anni novanta. Inoltre In futuro i prezzi del petrolio potrebbero salire su livelli record a causa dell’esaurimento delle scorte e della mancanza di nuove scoperte di terreni ricchi di greggio.  Questo farebbe esplodere l’inflazione. Per tale ragione la Manovra delle Banche Centrali di sostegno alle aziende e di guerra alla deflazione avrà conseguenze negative se non catastrofiche sull’economia globale.

Ovviamente ci asteniamo dall’assumere posizioni in tal senso perché non ci sentiamo in grado di dare giudizi su quello che accadrà, se avverrà, per cui ci limitiamo a vivere alla giornata cercando di individuare la tendenza dei mercati valutari e gli effetti che l’economia reale, nel breve può avere su di essi.
Ciò che ci sembra di poter dire è che prima o poi il mercato dovrà uscire da questa situazione di crisi, e questo non ci sembra un momento così sfavorevole.

Pertanto continuiamo a sostenere il fatto che le valute rifugio Yen Chf e Usd potrebbero pagare le conseguenze di questa ripresa, Yen e Usd indipendentemente da qualsiasi intervento, mentre l’indebolimento del franco è voluto dalla Snb che per combatterne la forza è addirittura intervenuta sui mercati. Le nostre preferenze vanno a Aud, Nzd e Gbp, primo per eccesso di sottovalutazione, secondariamente perché l’inflazione ripartirà prima in questi paesi che altrove, con conseguenze sui tassi facili da immaginare.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!

Tag: