Giornata decisiva per il dollaro

Giornata decisiva per le sorti del dollaro nel breve periodo quella di ieri. Dopo movimenti della rapidità che abbiamo visto due giorni fa in occasione del meeting della Fed, tipicamente infatti possono presentarsi due scenari: il consolidamento sui nuovi livelli breve raggiunti dal rapporto di cambio in esame, ovvero un ulteriore movimento nella stessa direzione, teso talvolta a premiare un intervento, talvolta a punirlo (il movimento intrapreso da cambio a questo punto potrebbe sembrare più convinto, non soltanto una fiammata di reazione al dato). Quando ci si trova al cospetto della seconda ipotesi, gli le conseguenze possono essere divise in effetti di breve, di medio e di lungo periodo. Gli effetti di breve in questo caso sono stati un indebolimento del dollaro, legato soprattutto all’acquisto di T-Bond soprattutto compresi nella fascia di scadenze 2-10 anni. Gli effetti di medio periodo della manovra che è stata interpretata dai mercati come di quantitative easing che si avranno, andranno probabilmente a dare una mano al mercato creditizio e ai dati reali, ma nel lungo periodo, il dollaro potrebbe pagare questo eccesso di offerta di moneta che, fino a qualche giorno fa era definibile come “QE di fatto” ma che ora lo è diventato anche “di nome”. La mossa è stata obbligata dal momento che lo spazio di intervento sui tassi è veramente poco (e inefficace a produrre importanti effetti reali).
Parlando dell’eurodollaro, ieri abbiamo assistito all’ottava giornata consecutiva di rialzo per la moneta unica europea: otto giornate che hanno portato il cambio a rafforzarsi di ben 11 figure… non si può dire che non sia iniziato un trend. Seguendo ancora le percentuali di Fibonacci del movimento da 1.4730 a 1.2438 rimane solamente un livello ulteriore prima di una teorica ripresa di tutto il movimento: questo è suggerito dal 61.8% a 1.3855 (livello molto vicino peraltro ad una zona di massimi e minimi che a fine anno ha contenuto il cambio più volte). Come primo supporto è da osservare 1.36 figura e, più distante ma con più conferme tecniche, 1.3530.

Analizziamo il Usd anche contro un altro protagonista degli ultimi mesi, la Sterlina. Sul grafico Daily è facile vedere come il canale ribassista non sia stata ancora violata.  Dopo aver compiuto un doppio Top in area 1,4620 il Cable è tornato in area 1,4440 dove c’è una piccola area di supporto. Dunque il trend discendente potrebbe continuare fino a 1,4375 e poi fino a 1,4327 (50% e 61,8% del movimento da 1,4160 a 1,46) mentre per avere  un minimo di confidenza di un trend positivo dovremmo vedere chiusure orarie sopra 1,4500 con obiettivo 1,4600.
Cerchiamo di capire qualcosa anche sull’EurChf in seguito alla poderosa spinta ricevuta dalla SNB. Dopo una risalita così potente, abbiamo superato in un colpo solo diversi livelli di resistenza e dunque i livelli di riferimento sono ora 1,5275 come supporto e 1,5450 come resistenza.  Cercando di assottigliare il range di movimenti probabili a breve, possiamo notare come  1,5300 sia diventato un supporto di breve. Quindi occhio a rotture sotto 1,53 mentre verso l’alto abbiamo prima 1,5350 e poi 1,5400 come resistenze da infrangere. Queste configurazioni, dove si rimane in un range ristretto, danno notevoli possibilità di trading al breakout.

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