Anche i ricchi piangono: ora è il turno di Lloyd Blankfein

Se l’anno scorso i super manager erano tra i più pagati al mondo, con la nuova luna anche loro hanno dovuto fare i conti con il crack finanziario globale. La crisi economica ha colpito, infatti, anche i big di Wall Street, come nel caso del ceo di Goldman Sachs, a cui è stato tagliato lo stipendio del 98,4%, dopo che le banche d’affari hanno fatto fronte alle pesanti svalutazioni e alle perdite dovute agli investimenti in asset tossici.

Lloyd Blankfein ha guadagnato nel 2008 “solamente” 1,1 milioni di dollari, contro i 70,3 milioni dell’anno precedente. Dopo aver rinunciato, insieme ad altri sei top manager, a incassare bonus e stock option, il numero uno di Goldman si è visto anche ridurre sensibilmente lo stipendio. Per lui solo 600 mila dollari, rimpolpati con circa 280 mila di titoli garantiti negli anni precedenti e 160 per le spesucce di tutti i giorni.  

Goldman ha ricevuto a ottobre scorso 10 miliardi di dollari dal governo americano grazie al Tarp, il programma di sostegno varato dopo la tempesta finanziaria che prescrive limiti ai compensi del management. In questo piano è stato coinvolto anche il malcapitato Blankfein, che quest’anno dovrà sicuramente stringere un po’ la cinghia se non vuole andare a fere compagnia a tutti i suoi colleghi ora a spasso per le vie di Manhattan. Siamo sicuri però che il suo amico, nonché ministro del Tesoro, Henry Paulson, troverà nel caso un modo per tirarlo fuori dai guai.

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