L'Oracolo – Dalla contabilità all'abbigliamento

Attivi, immobilizzazioni, ratei e risconti, conti economici, risultati intermedi di gestione e chissà quante altre voci avrà controllato ogni giorno Cesare Ferrari, per la società di revisione di bilanci per la quale ha lavorato per ben tre anni.

Per imparare come si scrivono e soprattutto come si leggono i bilanci”, ha dichiarato Cesare, nell’intervista pubblicata oggi dal Sole 24 Ore.

Dopo aver frequentato il liceo in un collegio svizzero ed essersi successivamente laureato in economia presso l’università Cattolica di Milano, la gavetta non è di certo mancata a questo ragazzo. Ed è stato proprio quando l’esperienza era giunta alla giusta maturazione che è arrivato il richiamo della natura, quello giunto dalla società fondata dal nonno, la Doratex, azienda impegnata nel settore tessile.

Cesare Ferrari avrebbe potuto subito dopo la laurea entrare nella società d’abbigliamento di famiglia, ma ha preferito prima imparare le metodologie contabili altrove.

Dopo tre anni di esperienza, quindi, adesso Cesare Ferrari, il cui padre aveva creato il brand Gio-Ferrari già negli anni ’70, ricopre una posizione di rilievo all’interno della Doratex, l’azienda di Visano (Brescia).

E spiega anche come mai la sua società non debba temere la crisi: “Nel settembre scorso ho partecipato alla missione a New York del Comitato per la moda della Lombardia. Non sono momenti in cui ci si può aspettare che i clienti, in particolare americani, vengano a cercarti, anche se hai il migliore prodotto del mercato”.

E ancora: “La nostra forza è questa: unire tradizione e storia e capacità industriale e manageriale. La crisi passerà, ma noi resisteremo. Anzi, ne usciremo rafforzati”. Doratex è, infatti, impegnata nel settore della maglieria di lusso ed, in particolare, del cashmere, grazie all’acquisizione del brand Cristiano Fissore nel 2006, che dal 1922 è un innovatore di questo prodotto.

Che dire di questa azienda italiana che esporta il nostro marchio anche all’estero e di questo ragazzo che ha preferito sacrificare tre anni alla maturazione, prima di entrare nella società di famiglia… bene così.

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