Cambi sulle montagne russe

Investitori impegnati nell’attività di trading e con i mercati europei chiusi per ferie infatti, abbiamo assistito a movimenti bruschi soprattutto sul fronte dollaro. Con le borse americane che hanno chiuso in leggero territorio positivo (S&P 500 +0.25%, Nasdaq +0.05%) l’EurUsd, che si era mantenuto sotto le resistenze poste in area 1.3220 per l’intera mattinata, è partito per un rally deciso fino ad arrivare a sfiorare quota 1.3400. Stesse tipologie di movimenti si sono verificate anche nei confronti delle altre majors, con franco svizzero e sterline in testa. Il dollaro continua dunque a soffrire l’aumento graduale dell’appetito per il rischio, che comunque rimane su livelli controllati. Una motivazione che potrebbe aiutarci a comprendere il persistere di tale fenomeno, cui ahinoi siamo abituati da diverso tempo a questa parte, è da ritrovarsi nel fatto che ci stiamo avvicinando sempre di più al momento fatidico della pubblicazione delle trimestrali relative al settore bancario, che potrebbero essere aiutate dalle nuove leggi relative alle modalità contabili di rivalutazione mark to market degli asset in portafoglio. Come sappiamo tali risultati sono attesissimi dal mercato in quanto specchio del periodo di stress test cui i maggiori istituti mondiali sono stati sottoposti: Qualsiasi sviluppo negativo (che si discosti fortemente dalle attese degli analisti) su questi fronti, potrebbe far aumentare ulteriormente il timore sui mercati con la possibilità di vedere il dollaro americano a tornare a ricoprire il ruolo di “safe heaven”.
La settimana entrante vede la pubblicazione di importanti dati macro. Si parte oggi con le vendite al dettaglio per il mese di marzo (consensus +0.4%, precedente -0.1%) e con il PPI (previsto a -2% rispetto al precedente -1.3%).
Nel prosieguo della settimana assisteremo alla release dei TICs, del Beige book, dell’Empire manufacturing index, del CPI, della produzione industriale, dei jobless, del Philadalphia Fed e dell’indice di fiducia del Michigan.
Passando alla consueta analisi tecnica notiamo come, i duecento e più punti messi a segno dall’eurodollaro ieri riportano all’attualità la figura “bullish flag” in formazione da alcuni giorni. Seguendo questa teoria potremmo aspettarci una decisa salita del cambio qualora venisse superata la trendline superiore passante per la giornata di oggi da 1,3470: il primo punto di arrivo ipotizzabile è 1,3750 andando così a continuare la salita della moneta unica iniziata nuovamente a 1,2450, ai primi di marzo.

La debolezza del dollaro ha contribuito a riportare il cambio UsdJpy al di sotto della soglia psicologica di 100. Per trovare qualche spunto operativo analizziamo un grafico a 240 minuti, da cui notiamo come 99,30 possa essere considerato un livello di supporto molto importante, confermato dalla media mobile a 100 periodi e dal minimo precedente dell’8 aprile. La resistenza più importante ora passa a 100,75.

Il rialzo dell’Euro nella giornata di ieri non si può certo dire su tutti i fronti. Basta guardare all’EurChf, ancora confinato nel range compreso tra 1,5090 e 1,5275, ieri il franco si è ripreso contro la moneta unica ed ha portato il cambio a toccare il confine inferiore del range ristretto (1,5117-1,5245). Per trovare segnali operativi dobbiamo quindi utilizzare un grafico a 15 minuti. Su questo appare come l’eurchf abbia una propensione ribassista nel breve, con supporto primario a 1,5117 e resistenze progressive a 1,5145 e 1,5160.

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