L'America inizia a riprendersi ma la Cina cede terreno

Cauto ottimismo nei confronti dei miglioramenti ai quali stiamo assistendo. La Fed, infatti nella pubblicazione dell’ultimo Beige Book, si mostra leggermente piu’ ottimista rispetto al mese precedente, constatando che 5 dei 12 distretti esaminati mostrano che la contrazione dell’attivita’ si sta allentando.

L’attività economica degli Stati Uniti resta in contrazione seppure dopo aver toccato il fondo si stia prospettando una ripresa più vicina. Recentemente la Federal Reserve aveva confermato una frenata della recessione a partire dal secondo trimestre del 2009 e un recupero più forte nel corso del 2010. Previsioni che sono state confermate dal consueto rapporto mensile della banca centrale americana sulla congiuntura.

Nel dettaglio si evidenzia che i consumi si mantengono generalmente deboli a livello nazionale, e l’occupazione continua a scendere soprattutto nel segmento industriale. Per quanto riguarda l’inflazione dal Beige Book emerge che i prezzi al consumo, a marzo, sono scesi su base annua per la prima volta dal 1955, segnando un calo dello 0,4%, e su mese hanno segnato -0,1% dopo il +0,4% di febbraio. Le aree che hanno mostrano segnali di stabilizzazione sono soprattutto quelle di San Francisco, New York, Chicago, Kansas City e Dallas. Mentre  Atlanta continua ad essere debole.

Intanto però le notizie che giungono da Oriente fanno impensierire. La crescita del Pil della Cina e’ rallentata nel primo trimestre del 2009 al 6,1% su base annua, contro il 6,8% nell’ultimo trimestre 2008. Lo ha reso noto l’Ufficio nazionale di statistica. Si tratta delle crescita piu’ debole dal 1992 (quando sono cominciate le rilevazioni trimestrali) e corrisponde grosso modo alle previsioni degli economisti, che avevano parlato di una crescita nel primo trimestre del 2009 al 6,3%. Nel primo trimestre del 2008 la crescita era stata del 10,6%.

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