Allarme febbre suina, ritorna la tensione

Non passa giorno che non vi sia qualche notizia a cambiare radicalmente gli scenari di breve periodo. Sembra quasi una regia occulta che si diverte a cambiare le carte in tavola, e ogniqualvolta si intravede la possibilità di una ripresa o di un aumento dell’appetito al rischio, ecco che accade qualcosa che ci fa ripiombare nella paura, nel timore che i mercati crollino ancora e nelle sensazioni già vissute nel recente passato, più precisamente nel mese di ottobre, quando alla paura si era sostituito il panico vero e proprio.
Questa volta le notizie relative alla febbre suina e alla sua possibile espansione dal Messico ai paesi Occidentali (prima gli States già coinvolti e ora anche in Europa) hanno pesato sui listini azionari, in primis Wall Street che ha perso tra lo 0.50% e l’1%. I Governi di tutto il mondo stanno cercando misure preventive per evitare il contagio globale e la diffusione di una possibile epidemia da influenza suina, un virus che si ritiene abbia ucciso sinora oltre 100 persone in Messico e che si sia esteso a Stati Uniti e Canada e forse sino alla Nuova Zelanda. Secondo il parere di diversi economisti, se si dovesse espandere, l’epidemia potrebbe compromettere il recupero dell’economia globale, prolungando e aggravando la recessione. Non siamo ancora su livelli allarmanti ma se l’epidemia dovesse espandersi a macchia d’olio, allora gli scambi commerciali potrebbero essere messi seriamente sotto pressione dalle restrizioni di esportazioni ma anche il settore turistico ne uscirebbe gravemente compromesso. Tutto ciò sembra ricordare i tempi della mucca pazza, quando una specie di psicosi colpì tutto l’occidente per un fenomeno poi rivelatosi meno drammatico di quanto annunciato. In ogni caso gli effetti sui mercati non si sono fatti attendere, con le valute rifugio che hanno continuato a rafforzarsi nei confronti dell’Euro che ha toccato dei minimi anche sotto quota 1.3000 quando solo venerdì a mezzogiorno aveva toccato quota 1.3302.


                                                                   EurUsd 4 ore

Tecnicamente la discesa di Eurusd lascia spazio al test eventuale di 1.2880 doppio minimo,anche se questa discesa della moneta unica potrebbe fermarsi anche prima. Il cambio rimane sostanzialmente in fase di range trading e per ora questa stabilità potrebbe essere di aiuto ai mercati. Solo una violazione di 1.3300 aprirebbe la strada ad un movimento impulsivo rialzista, altrimenti è invece probabile la continuazione di questa fase laterale.
Per quel che riguarda lo Yen, segnaliamo la sua forza come segnale di avversione al rischio, che potrebbe continuare ancora per qualche settimana.

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