I cambi non cambiano!

Continua a prevalere il range trading nel mercato dei cambi, nonostante i movimenti restino assai volatili nel breve termine. Questo Yo yo valutario, di cui abbiamo anche recentemente parlato ha una sua logica, nel senso che non si riesce ancora ad individuare alcun trend proprio a causa della estrema incertezza che ancora avvolge l’economia globale. Ci ripetiamo da tempo, ma in questa fase trovare spunti di riflessione che non riguardino le price action di brevissimo termine, diventa realmente un’impresa.
L’euro aveva guadagnato terreno nelle ultime due sedute proprio grazie all’aumentata propensione al rischio da parte degli investitori, in relazione al recupero e ai guadagni realizzati nelle ultime settimane dai listini azionari. La rottura di certi livelli aveva lasciato presagire ad una possibile accelerazione verso 1.3600 e 1.3650, ma la mancata rottura di 1.3440 ieri pomeriggio ha causato un ribaltamento delle price action ed una rottura dei primi supporti a 1.3325. Stessa cosa per tutti i cross dell’euro eccezion fatta per la sterlina che resta stabile contro euro in area 0.8940. I dati americani però hanno continuato a mostrare segnali di miglioramento, con l’Ism del settore dei servizi salito a 43.7 ad aprile contro il 40.8 del mese precedente, con tutte le componenti in ripresa. Facendo una media e calcolando l’Ism generalizzato , che comprende sia la componente manifatturiera, sia quella dei servizi, emerge un miglioramento significativo a 43.1 nel mese di aprile contro il 40.1 del mese di marzo. Bernanke ha poi parlato di fronte al Comitato Economico dichiarando di intravedere ulteriori segnali di ripresa economica in tutti i settori economici, e che per la fine del quarto trimestre, ovvero verso fine anno, la ripresa sarà maggiormente sostenuta ed evidente. Queste sono le aspettative. Non così appare la situazione nel vecchio continente dove i prezzi alla produzione hanno evidenziato un calo del 3.1% alimentando le certezze di una riduzione dei tassi domani da parte della Bce dall’1.25 all’1% e aumentando le probabilità dell’adozione di misure anticonvenzionali per ridare fiato al sistema bancario europeo. L’attenzione è posta ai prossimi dati sul Pmi tedesco, atteso in contrazione ulteriore e alla produzione industriale, sempre in Germania, attesa in ribasso del 2% su base mensile. Tutto questo potrebbe ancora pesare, almeno nel breve periodo, sulla moneta unica.


                                                                    Eurusd 2 ore

Il grafico a due ore evidenzia il ribasso iniziato ieri, che potrebbe proseguire, dopo le opportune correzioni di breve, con obiettivi massimi in area 1.3320-40, verso i target ribassisti inizialmente individuabili nell’area 1.3225-1.3190, dove il mercato potrebbe per il momento esaurire al sua forza ribassista.
Se venissero violati tali livelli si aprirebbe la strada al test ulteriore di 1.3160 e solo successivamente 1.3085.

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