Le piccole vedette lombarde della politica italiana

La Lega Nord è diventata la vedetta Lumbard della politica italiana. Il decreto sicurezza che introduce il reato di clandestinità per chi entra nel nostro paese senza permesso di soggiorno, ha scosso gli ambienti del potere. Lasciamo stare i contenuti del decreto di cui si è ampiamente occupata la stampa di ogni genere, ma con quel decreto il peso specifico politico della Lega è cresciuto molto di più di quanto si possa credere. Nonostante i richiami del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, contro i rigurgiti di xenofobia, c’è una parte d’Italia, che idealizza l’equazione clandestino uguale delinquente e crede che il fatto che i clandestini siano automaticamente delinquenti per il fatto che entrano in Italia e vadano riaccompagnati di corsa al proprio paese, sia decisivo nella lotta alla criminalità.

Dal punto di vista mediatico, sulla base di questo ragionamento, la verità l’ha detta il ministro dell’interno Maroni, leghista: “Noi interpretiamo i sentimenti della gente”. Di quella gente, appunto. Che però è sempre più numerosa, non solo al nord. Infatti i sondaggi elettorali più o meno ufficiali indicano un trend di crescita della Lega nord in regioni quasi “insospettabili”. Si parla di un 8% in Emilia Romagna, di un 4% in Toscana, di un 3% nelle Marche e in Umbria alle prossime elezioni europee.

L’opposizione parla di un “provvedimento razzista per un pungo di voti”. Può darsi: per la riprova non ci sarà da aspettare molto: solo tre settimane. Poi le elezioni europee diranno se le piccole vedette lombarde sono diventate grandi.

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