Petrolio, il sentiment sostiene le quotazioni

Ieri il prezzo del greggio ha toccato i 60 dollari al barile. Un bel rimbalzo rispetto i minimi di febbraio quando il petrolio scambiava sotto i 35 dollari. In punti percentuali la performance è stata superiore all’80 percento che sfortunatamente non trova conforto nel rapporto domanda/offerta.

La realtà è che (come accaduto nel 2008) i prezzi del greggio riflettono non solo la domanda effettiva della materia prima (il consumo di barili al giorno è piatto se non addirittura in ribasso) ma il flusso di capitali che confluiscono sul petrolio attraverso derivati, fondi, etf.  Ancora una volta, scindere il prezzo fisico di un bene da quello elettronico attraverso il quale viene fissato il prezzo spot, è un’impresa ardua se non impossibile.

 

Anche tra gli analisti regna una certa confusione. Secondo alcuni il prezzo del greggio dovrebbe essere di quasi 10 dollari più basso di quello attuale. Questo per riallineare il prezzo spot ai fondamentali del barile. Del resto anche l’Opec (il cartello dei paesi produttori) ha detto che il prezzo del petrolio “è rimasto sopra i 50 dollari al barile più per il sentiment di mercato che per i fondamentali”.

Secondo la IEA invece, l’ente che controlla il mercato del greggio nei paesi occidentali, ha stimato un calo nel consumo di greggio, pari a 2,6 milioni di dollari al barile al giorno (rispetto il 2008). Questo ha letteralmente distrutto cinque anni di crescita ininterrotta dei prezzi, spingendo il consumo mondiale a 83,2 milioni di barili al giorno (il livello più baso dal 2004). Anche le scorte di petrolio sono ai massimi, tanto che l’OECD stima che il greggio stoccato sia in grado di soddisfare il consumo mondiale per quasi 63 giorni filati. In deciso rialzo rispetto la media storica di 50-55 giorni (vedi grafico sotto. Fonte:Financial Times)

Dulcis in fundo ci sono quasi 100 milioni di barili di petrolio parcheggiati in mare, o meglio nelle petroliere all’ancora in attesa di un compratore. Sembra incredibile ma il greggio a volte rimane stivato nelle navi cisterne per settimane in attesa che il prezzo spot sia soddisfacente per procedere con la vendita.

Chi punta sulla corsa del greggio, invece, sostiene che un prezzo tra i 40 e 50 dollari sia troppo basso per la domanda futura di carburanti. Lottare contro il sentiment però non paga mai, per questo scommettere contro un calo futuro del greggio è mestiere da trader più che da semplici investitori. Ma chi volesse provare, sono decine gli ETF (o meglio ETC) che offrono esposizione sul Crudo, il WTI o il settore petrolifero intero. Faites vos jeux

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