L'Oracolo – Un tram chiamato desiderio

Il film “Un tram chiamato desiderio” non esprimeva la passione di una coppia per questo mezzo pubblico, ma il mondo cambia. E’ probabilissimo che, dopo mezz’ora passata al sole cocente di Milano ad aspettare l’avvento di qualcuno che ci riporti a casa dopo aver lavorato svariate ore, l’attesa si trasformi tranquillamente in desiderio ossessivo, degno del miglior Visconti.

Immaginate che, una volta visto all’orizzonte il suddetto mezzo, questo si materializzi pian piano mostrando, accanto al numero distintivo, la fatidica scritta “fuori servizio”; certamente non verrete pervasi da un sentimento confuciano di gioia e armonia con il mondo. Una situazione che è avvenuta a Milano, dove numerosi aspiranti passeggeri aspettavano la venuta dell’1.

La fiumana si tranquillizza quando vede un tram avvicinarsi, “ma a quel punto”, racconta uno dei passeggeri al Corriere della Sera, “il tranviere ci ha detto che doveva andare in deposito”. Il dialogo shakespeariano è così proseguito “Invece ci porta a casa, è già troppo tempo che aspettiamo”. Sulla scena compare un altro tram, la folla sembra calmarsi, confortata dall’aspettativa di quel nuovo mezzo. Peccato che anche la nuova visione si dimostra anch’essa destinata al deposito, facendo così esplodere la ferocia dei pendolari, che prontamente occupano i binari relativi.  La conducente prova a difendersi : “Ma io devo eseguire gli ordini”. Risposta: “Li faccia cambiare, questi ordini”.  Telefonate e conciliaboli. Il tutto si conclude con un commuovente “Ok, andiamo” dal sapore catartico.

Ma, per fortuna, vissero tutti per sempre felici e contenti. 

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