Oggi il Dipartimento del commercio americano ha comunicato il dato sul Prodotto Interno Lordo degli Stati Uniti d’America.
Trenta giorni fa il dipartimento aveva reso noto un dato preliminare che era del 6,2%, ma oggi ha rivisto al rialzo la stima per il primo trimestre 2009 al -5,7%. Il consensus degli analisti era però del 5,5%, quindi il dato è risultato inferiore alle attese.
Il Pil, che rappresenta il valore totale di tutti i beni e servizi prodotti e venduti all’interno di un paese, è un dato molto rappresentativo per tastare la salute di un paese. Per questo motivo possiamo ben dire che la salute degli Stati Uniti non è delle migliori. Comunque guardando al quarto trimestre del 2008, quando il dato del Pil è stato del -6,3%, si intravede un lieve recupero. Possiamo dire che il punto più basso l’economia americana l’ha toccato nell’ultimo trimestre dell’anno scorso, per cui adesso sebbene lontana la luce in fondo al tunnel si comincia ad intravedere.
Ma dobbiamo sempre ricordare che la strada per uscire dalla crisi sembra lontana. Per la prima volta dal 1974 il Pil degli USA non si contraeva per tre trimestri consecutivi. Inoltre negli ultimi due trimestri il Pil ha subito la contrazione più forte degli ultimi 60 anni. La contrazione su base annuale nel primo trimestre è stata del 2,5%, con una flessione mai così forte dal 1982 in poi. Anche gli investimenti crollano del 36,9%, mentre gli utili sono in calo del 22%, anche se su base trimestrale il dato risulta in crescita.
In definitiva il dato è deludente nel complesso, ma rispetto a trenta giorni fa la stima è stata vista al rialzo per cui dobbiamo attendere il prossimo trimestre per capire se gli Stati uniti potranno finalmente dirsi in ripresa e fuori dalla crisi.
In Italia le dichiarazioni dell’amministratore delegato di Generali, [p]Giovanni Perissinotto[/p], danno vita ad una nuova puntato del caso Agricole-Generali.
Infatti il patto fra Credit Agricole e [s]Generali[/s] è stato sospeso fino al 30 giugno. La sospensione è però solo “di fatto” e non valida giuridicamente.
Le parti in causa, quindi Intesa Sanpaolo, Credit Agricole e Generali, hanno la possibilità fino al 15 giugno di chiedere all’Antitrust di essere sentiti in merito alla querelle e di esporre le proprie posizioni.
L’accordo formale prevede che le tre parti sospendano in maniera volontaria le consultazioni fino al 30 giugno. Inoltre le parti si impegano ad aggiornare il patto in modo tale che gli interessi di tutti non entrino in contrasto da quanto previsto dall’Antitrust.
L’antitrust, nella persona del suo presidente Catricalà, ha comunque fatto intuire che ritiene insufficiente questa misura adottata , in quanto preferirebbe un completo annullamento del patto o comunque un ammorbidimento del patto in maniera tale che Agricole smobilizzi la sua partecipazione senza però andare incontro ad una super svalutazione che peserebbe fortemente nel prorpio bilancio.
Da tutte le parti attrici di questo film arrivano dichiarazioni concilianti, perchè tutti auspicano in una pronta e positiva chiusura del caso. Ma la soluzione non sembra nè così facile nè così vicina, per cui i più pensano che sarà l’Antitrust ad avere l’ultima parola sul caso.
Societa’ | Listino di Riferimento | Prezzo | Valuta | Var% |
Allianz | Deutsche Börse (XETRA) | 69,55 | EUR | -0,50% |
American Express | NYSE | 24,30 | USD | 3,40% |
Axa | EURONEXT | 13,11 | EUR | -3,96% |
Azimut | BORSA ITALIANA | 6,65 | EUR | -0,23% |
Banca Generali | BORSA ITALIANA | 5,51 | EUR | -0,45% |
Bank of NY Mellon | NYSE | 27,82 | USD | 1,42% |
Barclays | LSE | 18,80 | USD | 4,79% |
BlackRock | NYSE | 153,33 | USD | 2,83% |
BNP | EURONEXT | 47,60 | EUR | -0,42% |
BPM | BORSA ITALIANA | 4,75 | EUR | -0,94% |
Citigroup Inc | NYSE | 3,67 | USD | -0,81% |
Credit Agricole | EURONEXT | 10,17 | EUR | -1,74% |
Credit Suisse Group | SWISS MARKET EXCHANGE | 46,68 | CHF | -2,02% |
Deutsche Bank | Deutsche Börse (XETRA) | 46,80 | EUR | -2,40% |
Dexia | EURONEXT | 4,30 | EUR | -3,80% |
Fortis | EURONEXT | 2,75 | EUR | -1,79% |
FT Inv. | NYSE | 64,44 | USD | 3,89% |
Goldman Sachs | NYSE | 144,65 | USD | 3,31% |
Henders n | LSE | 82,50 | GBp | 0,92% |
HSBC Investments | LSE | 545,25 | GBp | -1,04% |
ING | EURONEXT | 7,54 | EUR | -5,87% |
IntesaSanpaolo | BORSA ITALIANA | 2,53 | EUR | -1,84% |
Invesco | NYSE | 15,23 | USD | 3,96% |
Janus Capital Group | NYSE | 9,69 | USD | 3,86% |
Jp Morgan | NYSE | 36,65 | USD | 5,74% |
Julius Baer | SWISS MARKET EXCHANGE | 44,00 | CHF | -2,87% |
Legg Mason | NYSE | 18,34 | USD | 1,61% |
Man Group | LSE | 232,75 | GBp | -6,90% |
Mediobanca | BORSA ITALIANA | 8,47 | EUR | -1,80% |
Mediolanum | BORSA ITALIANA | 3,43 | EUR | -2,49% |
Morgan Stanley | NYSE | 29,43 | USD | 2,87% |
Montepaschi Siena | BORSA ITALIANA | 1,22 | EUR | -2,08% |
Natixis | EURONEXT | 1,42 | EUR | -4,59% |
Nordea bank | OMXNORDICEXCHANGE | 59,70 | SEK | 2,05% |
Raiffeisen | wienerborse | 27,10 | EUR | 1,23% |
Schroders | LSE | 833,00 | GBp | -4,36% |
Skandia (Old Mutual) | LSE | 73,30 | GBp | -0,27% |
State Street | NYSE | 44,69 | USD | 3,38% |
Ubs | SWISS MARKET EXCHANGE | 15,65 | CHF | -1,20% |
Unicredit | BORSA ITALIANA | 1,84 | EUR | -1,56% |