Risparmio Gestito: la rivincita dei fondi

Il trend oramai sembra definito: i fondi, superata la crisi, presto torneranno in raccolta netta positiva. E’ bastato un raggio di sole sulle borse per rinvigorire le aspettative dei clienti e la raccolta netta del comparto azionario torna a brillare, merito in particolare dei promotori finanziari che sempre anticipano le tendenze rispetto alla distribuzione bancaria. In generale i fondi meritano di essere valutati positivamente, nella crisi del 2008 hanno dimostrato che la diversificazione e la regolamentazione cui sono portatori garantisce il risparmiatore nei momenti più difficili dei mercati.

Piuttosto si è rafforzata la percezione che approcci troppo speculativi nell’investire tramite i fondi sono da evitare in quanto strumenti settoriali o legati a particolari mercati hanno subito perdite molto alte e i risparmiatori che troppo avevano puntato su prodotti di nicchia ci hanno lasciato le penne.
Meglio investire in mercati sviluppati, con un’ampia diversificazione e lasciare i fondi iperspecializzati ai gestori per la costruzione di portafogli.
Purtroppo la cattiva luce degli scandali finanziari, e in particolare la truffa di Bernard Madoff, hanno pesato nelle fortune dei fondi hedge che per anni sono stati percepiti come il prodotto magico che guadagna quando il mercato cala e straguadagna quando il mercato sale, ma che in verità subisce gli effetti del mercato come tutti i prodotti finanziari. Ciò non toglie che i fondi di fondi hedge italiani si sono difesi in modo positivo con perdite limitate, ma la bufera mediatica li ha travolti e oggi pagano una cattiva immagine e l’ombra della responsabiltà del disastro finanziario vissuto dai mercati.
Addirittura i potenti della terra nel meeting del G20 di Londra hanno dato grande risalto alla lotta contro i fondi speculativi auspicando l’introduzioine di normative stringenti, al fine di contenerne i rischi futuri. 
Ad una più attenta valutazione la normative da sempre esistente in Italia è gia da ora molto piu stringente di quanto proposto. Ma ciò non ferma l’ondata di riscatti che sta investendo da mesi, in modo immotivato, l’intero insieme dei fondi speculativi di diritto italiano che hanno dimezzato gli asset gestiti.
Un altro trend che si conferma è che i fondi di diritto estero presto prenderanno il sopravvento rispetto ai fondi di diritto italiano.
Attualmente il patrimonio del sistema fondi è di circa 400 miliardi di euro, di cui solo la metà in fondi di diritto italiano, e tale quota ogni mese si riduce a favore di fondi distribuiti in Italia da società di diritto estero. 
E’ vero che questi fondi esteri sono in gran parte (oltre due terzi) appartenenti a gruppi italiani, ma è anche vero che questo trend porterà a un graduale declino dei fondi comuni di diritto italiano.
Lo si deve a differenze di natura fiscale e di opprtunità per i gruppi di controllo ed è evidente nell’analisi della raccolta degli stessi gruppi.
Il gruppo Intesa Sanpaolo ha raccolta negativa in Eurizon Capital SGR, ma forte raccolta positiva in Eurizon Capital SA basata in Lussemburgo, il gruppo UniCredit perde asset in Pioneer SGR a favore di Pioneer Asset Management SA ancora in Lussemburgo, Banca Generali SGR perde a favore di Banca Generali Sicav, Azimut SGR perde ma guadagna asset AZ Fund Management SA e gli esempi possono continuare estesi a quasi tutti i gruppi italiani.
 
Unica eccezione che va pertanto segnalata è il Gruppo Mediolanum che ha raccolta positiva in tutte le società del gruppo, la SGR italiana e le sorelle in Irlanda e Lussemburgo. 
Il trend della internazionalizzazione del business della gestione di fondi comuni di investimento sarà certamente accelerato con l’entrata in vigore della direttiva comunitaria UCITS IV, la quale dispone che gli Stati membri provvedano al suo recepimento entro il 1° luglio 2011.
Tale normativa contribuirà alla creazione di un unico mercato integrato consentendo alle società di gestione di concentrare le attività in capo a una singola società, che sarà domiciliata in un paese comunitario e sottoposto al controllo delle autorità e alla fiscalità di quel paese, ma il gestore avrà automaticamente il passaporto per distribuire i suoi prodotti in modo agevotato negli altri stati della comunità.
Questa eliminazione delle barriere e la contemporanea eliminazione di prodotti simili, ma di piccole dimensioni, porterà a una forte semplificazione dell’offerta, ridurrà i costi amministrativi e aumenterà le dimensioni delle masse gestite per singolo fondo, con vantaggi certi in termini di diversificazione e ottimizzazione degli oneri di gestione.
Questa profonda trasformazione del mercato dei prodotti finanziari, aumenterà certamente l’efficenza e l’integrazione a livello europeo e avrà anche degli effetti sul mondo bancario. All’inizio perché sarà richiesta una armonizzazione dei servizi forniti dalle banche depositarie, poi perché la strada intrapresa si estenderà anche ai servizi finanziari al dettaglio.
Quindi nell’era della globalizzazione anche il sistema dei servizi finanziari ha intrapreso una strada di forte integrazione che apre nuove sfide e opportunità agli operatori, con mercati nuovi da conquistare ed esigenze da soddisfare. 
Basti pensare al tema della previdenza integrativa che da problema individuale diventerà sempre più sociale e condiviso in una visione internazionale.
In questo scenario, cari fondi il peggio è passato, alzate la testa e conquistate lo spazio che meritate. 


Trovi tutti gli approfondimenti
sul mondo della consulenza
su Advisor.
Tutti i mesi in edicola.

 

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!