Reddito fisso – cala l'entusiasmo per i Treasury Us

Prima c’è stata la corsa verso il debito americano, ritenuto dagli investitori istituzionali più sicuro che qualsiasi altro debito del mondo; questa corsa ai Titoli di stato americano ha però messo sotto pressione i rendimenti degli stessi Treasury costringendo alcuni operatori a rivedere le proprie scelte di investimento verso lidi più rischiosi ma anche più redditizi.

Si prendano i Treasury bills, obbligazioni a breve scadenza emessi dagli Stati Uniti, che hanno visto calare l’interesse di investitori esteri che secondo il Tesoro Usa detengono ora 44.5 miliardi di dollari di titoli. Il dato segna una flessione rispetto il mese precedente, quando la domanda aveva spinto la presenza estera fino a 50 miliardi di dollari.

L’acquisto da parte straniera di titoli a lunga scadenza, come i Treasuries, invece è passato dai 56,4 miliardi di dollari di marzo ai 34,3 miliardi di dollari dello scorso aprile. Di questa cifra, la parte acquistata dai governi esteri è passata da 26,4 miliardi di marzo ai 16 miliardi di aprile. Un ecatombe.

A vendere sono i grandi finanziatori del debito pubblico americano. La Cina, il primo creditore degli Stati Uniti, ha limato la quota di debito pubblico americano per 4 miliardi di dollari portando a 763,5 miliardi di dollari l’ammontare complessivo di obbligazioni a stelle e strisce. Stesso discorso per Giappone e Russia.

Proprio dal Cremlino, Arkady Dvorkovich, il massimo consigliere economico ha annunciato che la Russia utilizzerà parte delle proprie riserve valutarie per investire su obbligazioni di paesi come Brasile, Cina e India: ovvero i tre stati che con la Russia formano il blocco delle economie emergenti spesso indicato con l’acronimo di BRIC.

Dvorkovich ha detto che la decisione di diversificare le riserve russe, verrà messo in pratica solo se anche gli altri paesi faranno altrettanto.

Il super consigliere ha inoltre proposito di rivedere la metodologia con cui vengono valutate le obbligazioni del Fondo Monetario Internazionale. La proposta vorrebbe che i diritti speciali di prelievo (DSP, Special Drawing Right, SDR nell’acronimo inglese) vengano valutati su un nuovo basket di valute, che includa anche lo yuan cinese e l’oro.

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