Ripresa economica a rischio ricaduta

Secondo il Bollettino economico di luglio di Bankitalia, la recessione nel mondo starebbe allentando le corde: il pessimismo sembra diminuire e la caduta del Pil nei Paesi dell’Unione Europea dovrebbe placarsi rispetto al trend significativamente negativo conosciuto nel primo trimestre 2009. L’esigenza di ricostruire le scorte di magazzino dovrebbe rimettere in moto la produzione industriale. La recessione media a livello internazionale potrebbe mantenersi attorno l’1,5%, il peggior risultato dal dopoguerra, mentre la ripresa dovrebbe avvenire nel 2010, attorno ad una media del 2,5%, anche se in Italia si parla di un recupero attorno allo 0,1%. Nell’area-euro, invece, le stime di giugno indicano un calo del prodotto compreso tra il 4,1 e il 5,1% nel 2009, mentre nel 2010 la crescita sarebbe compresa tra il -1% e lo 0,4%.

Questi segnali, però, non devono illudere, il rischio di una ricaduta internazionale è sempre presente, inoltre non ci si deve dimenticare dei livelli record di disoccupazione registrati nei vari Paesi.

L’offerta di liquidità sempre fornita dalle banche centrali sostiene il settore creditizio e bancario, ma le tensioni su tali mercati permangono. La domanda di finanziamenti da parte delle imprese deve collimare con l’offerta di risorse, ma i segnali dati dal comparto creditizio sono contrastanti, spiega Bankitalia. Dalla fine di maggio, i premio sui CDS (credit default swap) relativi alle principali banche internazionali sono tornati a crescere, ma i rating di diversi istituti bancari sono stati abbassati dalle agenzie di rating.

In Italia il momento altamente recessivo si è arrestato in primavera, con un lieve recupero ad aprile, seguito da una fase stazionaria a maggio e giugno. Nel secondo trimestre il Pil ha segnato una riduzione dello 0,6% sui tre mesi precedenti, secondo le stime di Bankitalia, contro il -2,6 del primo sul quarto del 2008. Se le cose dovessero continuare di questo passo, si prevede in Italia  per il 2009, una recessione attorno al 5,2%.

La crisi globale sul mercato del lavoro, a livello macroeconomico, potrebbe condurre ad una riduzione della capacità di spesa delle famiglie ed accrescere il risparmio delle famiglie, non destinato all’investimento. I rischi su una possibile acuta deflazione sembrano allontanarsi ed un possibile miglioramento della congiuntura internazionale potrebbe ripristinare l’attività degli scambi commerciali tra i Paesi. In definitiva, l’incertezza resta elevata.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!