Pil USA vs. UK, per chi ride c'è chi piange

Il dato più importante di questa settimana riguarderà la stima del Pil annualizzato americano per il secondo trimestre 2009, in uscita venerdì. Il dato sarà rilevante per capire se l’economia americana è in ripresa od ancora in fase stagnante. Secondo i dati di Bloomberg, dall’attuale livello di -5,50% ci si attende un significativo rimbalzo al -1,50%, comunque il quarto periodo consecutivo di caduta della produzione.

I consumi individuali negli USA stanno crollando nuovamente, dopo la ripresa nel primo trimestre di quest’anno, ma il saldo commerciale darà il suo contributo positivo, visto che le importazioni sembrano scemare più velocemente di quanto abbia fatto l’export.  

La vendita delle nuove case è prevista in aumento, da 342.000 la stima in uscita oggi dovrebbe passare a 350.000, mentre l’indice Shiller dei prezzi delle abitazioni dovrebbe diminuire dello 0,3% a maggio, portando il tasso annuale al -17,7%. La disoccupazione, invece, dovrebbe aumentare, con le richieste continue di sussidi che dovrebbero passare da 554.000 a 570.000, sebbene il trend subisce un rallentamento rispetto ai mesi di maggio e giugno.

Per chi sembra tutto sommato ridere, c’è sempre chi gli fa da contrappeso. In questo senso il Regno Unito ha visto tra aprile e giugno contrarsi il Pil dello 0,8%, il doppio rispetto agli scenari negativi previsti, contro un calo del 2,4% nel primo trimestre 2009, confronto non confortante. Secondo le previsioni, a questo punto sembra che a fine anno, il Pil inglese subirà una contrazione forse peggiore di quella italiana, raggiungendo il -5,6%. Si tratterebbe, allora, del peggior trend mai registrato dal 1955.

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