RBA infonde ottimismo

Per una volta ci svegliamo e prendiamo posto davanti ai monitor con una sensazione quasi riposta nel dimenticatoio: come una buona serie televisiva, così come abbiamo lasciato i cambi ieri sera, così li riprendiamo in mano stamattina. Senza stravolgimenti o ribaltamenti strani o esagerati.  Si diceva che, in seguito agli Earnings, il mercato avrebbe dovuto cercare un nuovo driver per sostenere la corsa dei carry trade e della ripresa congiunturale in generale – ottimismo puro gioverà pure alla salute mentale degli operatori ma necessitiamo di solidi fondamentali per edificare una ripresa degna di tale nome. Stanotte il “driver” c’è stato, ed è probabilmente per questo che vediamo i carry trade ancora sostenuti (soprattutto l’Aussie): il Governatore della RBA Stevens ha rilasciato una dichiarazione decisamente “Hawkish” (aggressivo positivo) a Sydney, indicando che la RBA sta attivamente cercando il momento in cui rialzare i tassi di interesse. Il messaggio è chiaro: i tassi non possono salire finchè non vi è ripresa dell’inflazione demand-pull e quindi la RBA è fiduciosa di vedere ripartire i consumi ben presto. Stevens ha insistito sul fatto che le banche centrali non dovrebbero perdere di vista l’inflation target anche durante una recessione. Dunque positivismo, sostenuto anche dalle vendite di nuove case negli USA uscite meglio del previsto ad un +11% sul mese.  Analizziamo con un minimo di occhio critico questi dati: d’accordo che escono migliori delle attese, ma è anche chiaro che gli indicatori macroeconomici basati sul consumo ora faranno faville vista l’enorme quantità di liquidità in circolazione. Siamo veramente sicuri che ottimismo e capacità di consumo bastino per giustificare la parola “ripresa”?

Come di consueto partiamo con il cambio eurodollaro per dare uno sguardo alle evoluzioni tecniche del mercato. In questo caso la tendenza appare ancora a rialzo seppure rallentata di intensità rispetto alle settimane precedenti. Il cambio è sostenuto da una trendline che trae origine alla fine di aprile ed è confermata agli inizi di luglio: questa suggerisce un supporto nel breve posto lievevemente al di sopra di 1.41. L’obiettivo di questo movimento di salita rimane ancora il massimo fatto registrare il 3 giugno, precisamente a 1.4340.

Il dollaro, nei confronti dello yen, sta invece continuando un movimento di ripresa dai minimi intorno a 92 figura. L’obiettivo del movimento è oggi 95.80, confermato sia dal secondo pivot point di giornata sia dalla parte supaeriore del trend a rialzo. Una prima area di supporto interessante potrebbe essere 94.60.   Passando alla moneta unica nei confronti del franco, notiamo ancora una grande lentezza di movimento. Siamo rientrati da settimane nel trading range più classico, per cui sino a che non saranno rotti dei livelli chiave ed il mercato avrà scelto una direzione è da continuare a sfruttare l’area di 1.53 come vendita e di 1.51/1.5150 come acquisto. Terminiamo con il dollaro canada per la vicinanza ad un livello di grande importanza. Dopo una discesa contraddistinta (su candele giornaliere) da 10 chiusure negative su 11 giornate, il cambio con una perdita percentuale di circa l’8% si trova alla prova del supporto di 1.0780. Proprio questo livello ad inizio giugno ha bloccato la discesa dei prezzi permettendo un deciso rimbalzo, per cui attenzione ad un’eventuale rottura che aprirebbe la strada a livelli di settembre nei pressi di 1.03.

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